18 settembre 2015

Il Don Chisciotte che c’è in noi



Un altro anno di sfide e di impegno condiviso al Centro Parrocchiale di Santa maria in Silva di Brescia.
Volontarie e volontari tornano in campo. Ecco come inizia l'avventura nelle parole di Elena...

C’era una volta un cavaliere, anzi no, non lo era ancora.
C’era una volta un ragazzo che divenne cavaliere. Ma non pensate a quelli con la spada e il destriero.
Questa si dice sia la sua storia.
Di cavalieri aveva solo sentito parlare, ne aveva letto in libri ormai ricoperti da uno strato di polvere. Si era imbattuto in essi per caso, riscoprendo un passato meraviglioso fatto da ideali, da stupori, da slanci folli. Aveva scoperto un mondo di uguaglianza, di libertà, di opportunità, dove ogni uomo era autore del suo destino. Dove non importava se tu fossi bianco, nero, rosso o turchino, l’importante era mettercela tutta per segnare il proprio cammino. Non centrava nemmeno tanto essere ricco o povero. Potevi riscattarti; questo contava: la tua VOLONTA’ a farcela. Sì, ce la posso fare! E non c’era nessuno che doveva spronarti in questo, era l’aria intorno a te che te lo suggeriva, era il desiderio profondo che sapevi ascoltare dal tuo cuore a convincerti.
Belle favole! Girato l’angolo della biblioteca con i vecchi volumi pieni di ideali, ecco un gruppo di bambini. Occhi a mandorla, capelli crespi, lunghe trecce nere, turbantini colorati in fila due a due guidati da una maestra all’ uscita da scuola. Nei loro zaini tabelline, testi di antologia, dialoghi in inglese e schemi di scienze. Un frullato di sapere.
I genitori li stavano aspettando davanti al cancello. “Mamma mi aiuti a fare il compito di geografia?” “Papà, ma lo sai che è la Terra che gira in torno al Sole e non lui che si muove?” “La maestra ha detto di portare delle riviste domani a scuola, tu sai cosa sono? Le abbiamo a casa?”.
Il ragazzo vide negli occhi di quei genitori una vena di disorientamento e di impotenza di fronte alle richieste dei loro figli. La ricchezza che i bambini portavano a casa da scuola era diversa da quella che avevano portato dal loro Paese. In più, mancava a questi genitori la chiave della lingua, per trasformarsi in dizionari viventi dei loro figli. “Ma mamma, cosa significa…?”
Giustizia, uguali opportunità. Questi ragazzi, oltre alla scuola che opportunità avevano?
E fu così che il ragazzo divenne cavaliere, si lanciò nel sogno matto di voler riscattare questi bambini, per quegli ideali che aveva letto e in cui, in fondo, in fondo, sperava. Ma non lo fece da solo, radunò intorno a sé un esercito di cavalieri che si battevano per questa causa.
Le loro armi erano la pazienza, le conoscenze e l’inventiva. Un poco alla volta, iniziarono a affiancare questi bambini nel labirinto dei compiti pomeridiani, tra schiamazzi e cancellature.
Ma le battaglie perse erano tante. Molti consideravano inutile l’opera “folle” di questi intrepidi cavalieri.
Il nostro eroe si chiese se questa impresa poteva essere davvero portata a termine. Ci sarebbe stata una fine a questa ingiustizia?
Non sapeva ancora che la battaglia più grande l’aveva già vinta: aveva sfondato la cinta del CUORE di quei ragazzi.
È per questo che vale la pena di OSARE e continuare ad aggiungere la nostra goccia al mare.
Si sa mai che faccia nascere qualcosa di più.

Mi permetto di aggiungere alle parole di Elena, quelle che ho già scritto su questo blog qualche tempo fa:
Il vento e la pioggia spostano granelli, ma alla fine le montagne cambiano posto.


30 gennaio 2015

Riprendiamoci le Lettere con le mani

Mail Art. Periodicamente la mail art gode di fasi di successo che si alternano a pause di minore popolarità. La definizione che ne dà il dizionario Hoepli online si è imposta in tutto il web: «Pratica artistica d'avanguardia che consiste nell'inviare per posta a uno o a più destinatari cartoline, buste, e sim., rielaborate artisticamente». AVANGUARDIA, dunque sperimentazione ed innovazione, in antitesi con la tradizione e l’omologazione. Non ci si aspetterebbe una connotazione così vigorosamente dinamica per una forma di espressione artistica nata agli inizi del secolo scorso. Eppure proprio nel momento storico in cui la comunicazione risulta definitivamente sciolta dai supporti fisici che ne sorreggono la presenza, gli spiriti liberi ed anticonformisti sentono più urgente l’esigenza di dare testimonianza materiale alla comunicazione ormai universalmente virtuale.

Finora la mail art è stata prevalentemente considerata come forma di espressione artistica. Credo che la sua valutazione meriti di essere riconsiderata in modo più integrato.

Ricordo di avere letto un racconto di fantascienza che descrive un futuro in cui un ragazzino stupisce la comunità degli scienziati per essere in grado di eseguire calcoli a mente, attraverso uno strano sistema da lui stesso inventato. Diamine: i calcoli li fa il calcolatore, come comprova il termine stesso! Nessuno è più in grado di eseguire una semplice moltiplicazione. Lo stupore cede il passo alla curiosità e si torna allo studio delle tabelline come raffinato esercizio di cultura.

Nell’Ottocento la Calligrafia era materia curricolare d’insegnamento nella scuola elementare.
(articolo “Quando s’insegnava nelle scuole italiane la Bella Scrittura”)
http://blog.giofugatype.com/?p=2714

Una maestra che svolgeva una ricerca sull’insegnamento della scrittura in Italia ha recentemente posto ad un’anziana insegnante la domanda: «Come insegnava a scrivere in corsivo?». L’illuminante risposta è stata: «Una volta si insegnava a scrivere solo in corsivo». Nella scuola italiana, lo studio del corsivo si affronta invece attualmente in una fase relativamente avanzata, solo dopo avere consolidato la padronanza dello stampatello.

Il famoso discorso di Steve Jobs all'università di Stanford (Siate affamati, siate folli!) contiene un importante riferimento allo studio della calligrafia, che credo valga la pena di rileggere.
(testo del discorso di Steve Jobs a Stanford tradotto in italiano)
http://www.viasetti.it/ildiscorsodistevejobs-stanford.htm

L’abbandono di abilità manuali acquisite dall’umanità nel corso di millenni, produce probabilmente l’inaridimento di aree cerebrali e connessioni neuronali un tempo molto attive, forse a favore della maggiore efficienza di altre, funzionalmente più utili nelle nuove realtà, ma sempre di perdita si tratta. Perché invece di fondare lo sviluppo sulla sostituzione, non si può pensare in termini di incremento?

Il collegamento tra il gesto della scrittura e lo sviluppo del cervello è oggetto di varie ricerche ed argomento di riflessione nel libro “Demenza digitale” dello psicologo e neuroscienziato Manfred Spitzer.
(articolo CALLIGRAFIA ADDIO? di Ana Millán Gasca)
http://pensareinmatematica.blogspot.it/2014/03/calligrafia-addio.html

Va probabilmente considerata con attenzione la tendenza ad introdurre la scrittura digitale come apprendimento esclusivo, fondato sul presupposto che in futuro nessuno più scriverà con uno strumento tradizionale a pigmento su supporto fisico. In questa direzione didattica il sistema educativo finlandese, ritenuto uno dei più avanzati al mondo, si è già mosso in modo decisivo.
(articolo Finlandia: imparare a scrivere a mano non sarà più obbligatorio)
http://www.repubblica.it/esteri/2015/01/13/news/finlandia_-104871272/

Pretendere di insegnare ai piccoli l’apprendimento di una competenza senza finalità è verosimilmente un’illusione. Se invece la scrittura a mano diventa un gioco gratificate e un’opportunità di crescita nello scambio di emozioni, idee e stimoli, le probabilità di successo crescono in modo evidente.

Alcune/i insegnanti di scuola primaria se ne sono resi conto ed hanno iniziato a proporre questa attività con successo: scrivere cartoline, fabbricarle, decorarle rendendole vive ed uniche, affrancarle, spedirle… FARE finalmente con le mani, in un mondo in cui anche il gioco sta diventando prevalentemente virtuale e spersonalizzato.

L’opportunità educativa offerta da quella che, a questo punto, non è più semplicemente il divertimento creativo di un artista colto, dovrebbe risultare indiscutibilmente evidente.
Le riflessioni che sto proponendo in questo breve contributo sono nate per effetto degli stimoli germogliati dalla nascita di un gruppo di amici appassionati di immagini fotografiche analogiche.

L’idea originaria è quella di inviarsi vicendevolmente per via postale, materiali, saluti, pensieri, fotocartoline d’epoca e vere fotografie argentiche. Qui di seguito una sintesi delle indicazioni che si è dato il gruppo FaceBook, per ora “segreto” ;-)

«Questo gruppo nasce con l'intento di radunare una piccola, ristretta comunità nella quale noi appassionati di fotografia analogica possiamo scambiarci, tramite la posta ordinaria (quella con il francobollo per intenderci) immagini, tracce, frammenti e ritagli.
Mi immagino che ai pezzi di carta che usiamo nella camera oscura anche solo per fare delle prove di esposizione appiccichiamo un francobollo, un indirizzo una frase un saluto una formula segreta di sviluppo e lo spediamo per posta.
Ma non solo anche negativi di carta, provini, stampe a contatto, negativi, polaroid. Ma pure immagini trovate ad un mercatino delle pulci.
Tutte cose però che siano originali unici. Non frutto di una stampa digitale e quindi riproducibile infinite volte.
Una traccia del nostro lavoro della nostra passione un omaggio che facciamo agli altri.»

Non per caso questo progetto è nato tra i cultori della fotografia argentica, riscuotendo subito l’apprezzamento degli appassionati di Pinhole Photography e Collodion Photography. Si tratta di fotografi che adorano creare con le mani, gli occhi, la testa ed il cuore, controllando fisicamente ogni aspetto della catena di produzione grafica.

Il mio personale auspicio è che, a partire dai più piccoli, si torni a scoprire la meraviglia dell’interazione e della comunicazione fisica.

Bambini, giovani e vecchi fotografi, amici liberi dall’omologazione digitale e dallo spirito indipendente e creativo: riprendiamoci le Lettere.

06 ottobre 2014

Prodotto Magico Netto

Hai presente il Prodotto Interno Lordo?
Quello generato dai consumi, incluse le attività criminali?
Ritengo atroce questa modalità di misurazione della cosiddetta ricchezza nazionale.

Voglio l’adozione globale del Prodotto Magico Netto.
Non si tratta di una “grandezza” perché lavora sulla “piccolezza” e dunque non misura perché genera, per sua natura, effetti “smisurati”.

Oggi ne ho osservato l’azione sul campo.
Ottanta bambine e bambini con una particolarità: non ne trovi due con la pelle dello stesso colore.
Occhi tutti con il medesimo scintillio: quello della gioia condivisa.
Merenda tutti insieme e poi nelle aule per i compiti.
Volontarie e volontari hanno dai 10 ai 70 anni.


Adoro i giovani che hanno scelto di vivere qui, Centro Parrocchiale di Santa Maria in Silva, Brescia, nel quadro di un progetto residenziale comunitario per “essere prossimi”. Sono certo che lassù Don Milani e Don Bosco si guardano e sorridono.
Alla fine, arriva un papà a prendere una bimba con gli occhi di cielo e dice “sono il papà” e capisci dal modo con cui lo dice che non è il genitore, ma appunto autentico “papà” per scelta d’amore.

Questa sera sono più ricco. Effetti del Prodotto Magico Netto.

14 giugno 2014

Compiti per le vacanze per bambine e bambini

Per tutte le bambine, i bambini e tutti quelli che non vogliono smettere di pensare di esserlo ancora...
Per chi ama la gioia lo stupore e la semplicità bambina delle vacanze fatte di azzurro...
Ripropongo qui la lista dei compiti delle vacanze compilata da Sonia Coluccelli per Echino Giornale Bambino.

· Fare almeno una capriola al giorno.
· Correre nei prati o sulla spiaggia.
· Urlare all’eco: “Ciao, chi è più bello tra me e te?” e ascoltare cosa risponde.
· Inventare una parola alla settimana, tipo ohporcalochettina.
· Giocare con la fantasia.
· Annoiarsi di tanto in tanto.
· Farsi portare in libreria e gironzolare alla ricerca di un bel libro colorato e simpatico.
· Assaggiare tutti i gusti del gelato.
· Guardare le stelle cadenti e esprimere il desiderio più bello.
· Farsi leggere dal nonno una storia e, a due pagine dalla fine, chiudere il libro e giocare al finale a sorpresa, poi andare a vedere come va finire la storia.
· Scrivere una lettera alla nonna, è valido anche un disegno.
· A scelta, ma almeno due: andare a pesca con papà, preparare una torta con la mamma, andare al cinema all’aperto con gli amici, fare un tuffo nel mare, visitare un museo.
· Inventare le parolacce da dire quando si è arrabbiati, tipo: oh bulacca! peralessa! facciadibrodinoriscaldato!
· Contare quante cose belle si sono fatte durante la settimana.




16 febbraio 2014

IL TEST DEL MANUALE DELLA MAMMA.


Sei abbastanza tosta per essere una Mamma?
No? Allora puoi essere un Papà ;-)
Stavo passeggiando con mia figlia di quattro anni. Improvvisamente lei afferrò qualcosa da terra e se lo portò alla bocca. Glielo tolsi subito dalle mani, dicendo che non doveva fare cose del genere.

“Perché?” mi chiese ingenuamente.
 “Perché era a terra: non sai da dove viene, è sporco e probabilmente pieno di germi”.
 

A questo punto mia figlia mi gratificò di uno sguardo traboccante di ammirazione e chiese “Mamma, come fai a sapere tutte queste cose? Sei veramente intelligente!”.

Pensai rapidamente a cosa potevo rispondere e dissi: “Tutte le mamme lo sanno: è scritto nei Test del Manuale della Mamma. Devi impararlo bene, altrimenti non ti lasceranno diventare una Mamma”.

Mia figlia camminò in silenzio ancora per qualche minuto: era evidente che stava meditando su questa nuova informazione. “Ho capito!” proruppe raggiante, “Così, se non passi il Test, ti tocca essere Papà”. “Esattamente”, confermai sorridendo soddisfatta.

Libera traduzione da un post FB di una mamma americana by Gabriele Chiesa (Creative Commons BY 4.0)

09 febbraio 2014

Rapporti di affetto/amore tra minori ed adulti

Il telegiornale racconta che Save the Children ha commissionato a Ipsos un’indagine da cui risulta che il 38% (di adulti) ritiene accettabili i rapporti sessuali minori-adulti.

Dal Corriere della Sera:
Sesso con minori, per 1 italiano su 3 “accettabile”. Indagine choc di Save the Children"

Il fenomeno è in sé preoccupante, prescindendo da percentuali sbandierate a vanvera.
I media "ci vanno a nozze" ogni  volta che una notizia o una ricerca statistica si presta a fare grossi titoli scandalistici. Ho cercato di capire quali erano state le domande effettivamente poste al campione di intervistati ed il senso di alcuni dati. Il questionario, da quello che ho capito, è centrato sull'attività svolta sul web e nelle comunità in rete.

Considerando i dati rilevati, ho iniziato a pormi qualche domanda..
Personalmente pratico la regola di non richiedere mai l'amicizia, per esempio in FaceBook. Se mi viene richiesta da chi non conosco, mando un messaggio privato chiedendo "ci conosciamo?" e decido secondo la risposta. Frequentemente in passato è accaduto che mi venisse richiesta l'amicizia da parte di minori con cui avevo relazioni come insegnante. Ancora oggi mi accade per via dei corsi che tengo. Talvolta mi viene richiesta l'amicizia FaceBook da amici di questi minori perché sono interessati a determinati contenuti come per esempio la tecnica fotografica.
Cosi accade che nei miei contatti ci siano addirittura (!) minori che non conosco direttamente, come accade certamente a sacerdoti esemplari.

Mi domando, per esempio, se è opportuno per un catechista adulto accettare certe richieste di amicizia virtuali. Occupandomi di fotografia, ho strumenti per verificare oggettivamente la minore età di chi segue i miei corsi e chiede di avere un contatto virtuale?

Eppure il questionario sembra, ma posso sbagliarmi, fare di molte e diverse erbe un unico fascio. Insomma potrei essere inconsapevolmente finito pure io tra i reprobi.
Di certo dovrei concludere che ho amicizie poco raccomandabili.
Anzi che in tanti casi nemmeno ne ho la consapevolezza, dal momento che identità ed età sono un fatto che sul web resta decisamente opinabile.

Ripeto, la questione è scottante e il fenomeno preoccupante, ma prima è bene leggersi bene da dove sono state estrapolate le conclusioni ed esercitare il dubbio che argomenti così importanti non possono trovare affrettate conclusioni semplicistiche, anche se scandalosamente ghiotte per chi è sempre in cerca di mostri da sbattere in prima pagina.

Ne approfitto per raccontare qui il mio disagio ogni volta che un minore, con uno slancio di affetto mi butta le braccia al collo e magari pure mi bacia (udite, udite! anche in oratorio!).
In decenni di professione di insegnante ho imparato ad irrigidirmi sull’attenti.
Così da chi è più grandicello/a  mi becco un “profe, che fa?”
Dovrei  rispondere: “cerco di evitare una denuncia”.

A mio modesto parere l’indagine Ipsos, affianca ambiguamente i rapporti di affetto tra minori ed adulti e i rapporti sessuali tra i medesimi.
In una delle voci del questionario impiega  l’espressione “intrattenere un rapporto di affetto/di amore”.
Non ritengo che un atteggiamento del genere debba essere sempre ed automaticamente considerato come inammissibile.
Ci sono carezze e carezze.

A chi torna comodo condannare i giusti, fare confusione ha sempre fatto comodo.
Un bel titolone scandalizzato in prima pagina non si nega mai ai mostri, specialmente se ciò serve ai veri mostri che seminano fame e morte.

Le armi di distrazione di massa si vendono sempre bene.

Qui il documento di sintesi sulla ricerca Ipsos:

http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/Ufficio%20Stampa/Safer%20Internet%20Day%20-%20Interazioni%20sessuali%20adulti-minori%20a%20partire%20da%20Internet.pdf

26 novembre 2013

Test Tablet Meep! Xplore Oregon in prova

Questo Natale 2013 ho deciso di regalare ai miei nipotini un tablet Meep! Xplore Oregon che ritengo un prodotto tecnologico destinato ai bambini ed agli adolescenti che potrebbe essere in grado di soddisfare le esigenze dei nativi digitali fino alle soglie della scuola superiore.

Tablet Meep! Xplore Oregon con gli accessori Batteria e Piano

Ho acquistato insieme anche gli accessori Piano e Batteria perché guardando le illustrazioni sulle confezioni mi ero immaginato che potessero funzionare autonomamente come strumenti musicali per divertirsi a strimpellare, pur se in modo molto molto semplice.

Mi sono presto reso conto che il modello di tablet (Xplore) da me acquistato è in commercio dal 2012 ed è stata superata dal nuovo MEEP! X2 del 2013. Ciò comporta qualche svantaggio.

Accedendo a varie voci dei menù di gioco compariva il messaggio di “tempo scaduto” e non era possibile procedere. Cercando sul web mi sono accorto che questo problema si produce a causa del "vecchio" firmware (il software che fa funzionare il tablet).

Per aggiornarlo è indispensabile collegarsi ad una rete Wi-Fi, per esempio quella domestica che si usa normalmente per il computer di casa. Se il tablet non lo fa automaticamente è necessario seguire i menù:
Impostazioni > Wi-Fi > Scansione > Aggiungi Rete
… e seguire le istruzioni.
Una volta impostati correttamente i parametri richiesti, il tablet si auto-aggiorna.
Qualora ciò non avvenisse, si seguono i menù
Applicazioni > MeepOTA > Seguire le istruzioni se è disponibile un aggiornamento firmware.

Noto che l’ultimo aggiornamento firmaware del modello Meep! Xplore disponibile al momento in cui scrivo è la Versione 2.1.3 (10029).
L’ultimo aggiornamento firmware del modello Meep! X2 disponibile al momento in cui scrivo è invece la Versione 3.0.3.
È possibile verificare la versione installata dal menù “Aiuto”.
Francamente non voglio credere che la differenza del numero di versione in corso costituisca l’indizio del fatto che il “vecchio” Xplore possa non godere in futuro del necessario supporto firmware.

Per evitare di aprire il regalo e trovarmi nella situazione di gestire le aspettative di gioco dei nipoti con un dispositivo sconosciuto ed ancora non operativo, ho deciso di documentarmi e sperimentare per tempo. Volevo giocarci anch’io? Si ;-)

Così mi sono preso il tempo di testare i dispositivi Meep! Xplore, Battera e Piano. Questo articolo è il risultato di questa “prova su strada” e mi auguro possa rivelarsi interessante ed utile.

Dopo l’ultimo aggiornamento firmware il tablet Meep! Xplore ha risolto problemi di installazione e sparizione dei giochi che avevo precedentemente osservato.
Un po’ lento all’avvio, ma ciò è normale ed accettabile per il necessario caricamento del sistema operativo (Android) ed accesso alla rete.

L’interfaccia di amministrazione per l’adulto che sorveglia l’impiego del dispositivo da parte dei minori è ben fatta, flessibile e chiara.
Risulta possibile amministrare anche da remoto (computer o tablet collegato al web) e tenere traccia dell’impiego che viene fatto del dispositivo.
Le autorizzazioni ed i controlli sono completi ed attenti all’uso che un minore può fare di questa risorsa.
L’amministrazione per il tutor parentale è su:
https://portal.meeptablet.com/beta/login.html
Altre risorse sono disponibili su:
http://www.meeptablet.com/it/

Meep! accetta le normali schede di memoria SD nello slot che si trova sul fianco sinistro.
In questo modo è possibile caricare album fotografici, musica e video.
I video AVI, per quanto mi risulta, non vengono però tutti riconosciuti (forse per incompatibilità dei ‘codec’) e possono non comparire nell'elenco dei filmati.
Basta però rinominare il file AVI cambiandone l'estensione (ultimi tre caratteri dopo il punto) in MP3. A questo punto il video risulterà disponibile e sarà possibile vedere anche interi film per bambini, eventualmente utilizzando l'uscita HDMI per inviare il segnale al televisore con il massimo della qualità.

Le confezioni degli accessori contengono un cartellino con i codici che servono per attivare il download dei giochi gratuiti associati a ciascuno di essi (Piano e Batteria nel mio caso).
Si accede sul tablet al menù del negozio Meep! In alto a sinistra si inserisce il codice corrispondente al “buono”.
I giochi vengono scaricati ed installati automaticamente e potranno essere in seguito gestiti dal menù “Le mie apps”.
Batteria e Piano sono realizzati su materiale flessibile e possono dunque essere ripiegati e riposti con facilità.
Diversi giochi possono essere scaricati gratuitamente.
I giochi a pagamento possono essere scaricati anche usando “monete” che il tutor regala all’account dell’utilizzatore del tablet. Ovviamente questo accredito virtuale è a pagamento.
Ma veniamo alle note dolenti…

L’accessorio tastiera-piano, per ciò che mi risulta, funziona in modo ristretto all'ottava centrale in alcuni giochi , come in “”Harmony Memory”, in quanto non pare previsto il suo funzionamento integrale come strumento da suonare, ma solo come interfaccia di gioco.

"Piano Tutor" è interamente espresso con ideogrammi orientali e quindi risulta impossibile per me capire come funziona. Ho provato a disinstallare e reinstallare, il risultato non cambia (Giapponese? Cinese? Klingon?).

Piano Tutor in caratteri incomprensibili e per me ingestibile

In "My Musical Pet" la tastiera-piano sembrerebbe dover funzionare interamente, ma va adoperata per giocare col cagnolino, per cui suonarla mentre l’animale abbaia può risultare frustrante per chi volesse tentare di usarla per divertirsi con l’esecuzione di qualche semplice musichetta.

Inoltre nella mia tastiera risultano inattivi e non funzionanti 10 tasti dell’ottava più alta.
L’accessorio batteria ha, a mio modesto parere, un po’ di ritardo e scarsa sensibilità di risposta alla percussione. Anche in questo caso, mi risulta che il dispositivo non possa essere usato autonomamente come strumento per divertirsi, creando liberamente suoni, ma solo all’interno dei giochi espressamente previsti per l’accessorio.
Mi risulta che nel set dei tre giochi associate all’accessorio, solo “Bang It! Bop It!” produca suoni di batteria, ma solo eseguendo la serie di percussioni prevista dal gioco. Sbagliare a me sembra veramente facile anche al livello “Easy”. Forse un adolescente sarà più bravo di me ;-).

Negli altri due giochi la batteria non suona come batteria, ma viene utilizzata solo come accessorio da percuotere. In “River Drum Rower” serve per remare (!). In “BunnyBop” bacchette e batteria servono per picchiare in testa gli animaletti, con risultati educativi a mio parere piuttosto discutibili.

In conclusione, per quanto mi riguarda, a parte il malfunzionamento della tastiera, e quello soggettivamente rilevato della batteria, sono talmente deluso che riconfezionerò debitamente i prodotti e proverò a renderli al negoziante. Terrò solo il tablet.

Ho contattato il supporto assistenza, a cui si può accedere anche attraverso la pagina FaceBook: https://www.facebook.com/MeepTabletItalia?fref=ts

Rispondono sempre, cercando di risolvere i problemi che si presentano, quando necessario anche sostituendo i prodotti in garanzia non funzionanti. Prendo atto della cortesia formale dell’assistenza.
Ho constatato piena disponibilità a risolvere positivamente i problemi funzionali che ho rilevato (10 tasti che non funzionano nel piano), ma anche e soprattutto mi pare di poter osservare che non riesco ad intravedere facili e rapide soluzioni per i problemi di carattere strutturale.

La mia personale valutazione conclusiva è che il tablet Meep! Xplore Oregon può costituire una valida risorsa di gioco educativo, non priva però di qualche “problema di gioventù” che mi auguro possa essere superato.

17 febbraio 2013

Si intensifica la pulizia etnica nella Terra di Gesù. Scacciati Mussulmani e Cristiani

[foto d'archivio, non riconducibile nello specifico a tale pratica israeliana]
20.000 bambini separati dalle famiglie nella Gerusalemme occupata.

Israele nega ai bambini il diritto di vivere nella città santa, se uno dei genitori non è residente.

Ramallah: La Commissione Islamico Cristiana per il Supporto di Gerusalemme occupata ha accusato Israele di separare 20.000 bambini palestinesi dalle loro famiglie, negando loro il permesso di vivere con le loro famiglie a Gerusalemme Est occupata.


Parlando a 'Gulf News', Hanna Eisa, che è a capo della Commissione, ha detto che nel negare ai bambini palestinesi il diritto di vivere con le loro famiglie, Israele è impegnata in un chiaro atto di pulizia etnica della città santa.
"A quei ragazzi è stato negato anche il diritto di ottenere la residenza permanente per unirsi alle loro famiglie nella città santa", ha detto.
Eisa ha detto che i figli dei residenti della città santa hanno la residenza permanente in città, ma nel caso in cui uno dei genitori non sia stato un residente di lungo periodo della città, al genitore ed ai bambini viene negato il diritto di ottenere la residenza e la carta d'identità. Israele occupò Gerusalemme Est nella guerra del 1967 e successivamente l'ha annessa come sua "capitale eterna" in una mossa che è stata respinta dalla comunità internazionale.
Ai residenti palestinesi della Gerusalemme occupata vengono dati speciali documenti di identità emessi da Israele che sono diversi da quelli dei palestinesi della Cisgiordania. "Migliaia di uomini e donne di Gerusalemme [occupata], sono sposati con cittadini della West Bank, e questi genitori si trovano di fronte a una miriade di problemi nel tentare di vivere con i loro figli nella città santa", ha detto.
"I governi israeliani hanno tolto ai bambini il loro diritto di vivere con i genitori a Gerusalemme [occupata] e, in molti casi, questo ha costretto i genitori a trasferirsi in Cisgiordania per ottenere il ricongiungimento familiare", ha aggiunto. "Questo è il vero obiettivo di Israele - costringere le famiglie palestinesi fuori dalla città santa", ha detto. "Israele è chiaramente impegnato nell'attuazione di una strategia sistematica basata sul fare di Gerusalemme [occupata] una città ebraica e sta cercando di svuotarla dei suoi abitanti originari palestinesi", ha detto.
Eisa ha avvertito un forte calo della popolazione palestinese nella città di Gerusalemme occupata, incluse le sue parti est e ovest. "L'attuale popolazione della città di Gerusalemme [occupata] è un milione di persone delle quali solo un quarto è palestinese", ha detto. "Israele impone condizioni rigorose e fasciste ai palestinesi residenti per consentire loro di preservare le loro carte d'identità e il diritto di vivere nella città santa."
Se un residente palestinese di Gerusalemme occupata non vive a casa sua per tre anni e non paga la tassa di proprietà israeliana conosciuta come 'Arnona', avrà revocata la sua carta d'identità. Eisa ha messo in guardia per il crescente numero di carte d'identità dei residenti palestinesi di Gerusalemme Est occupata revocate.
"Un totale di 4.577 carte d'identità sono state revocate dal ministero dell'Interno israeliano l'anno scorso, 2012," ha detto. Eisa ha detto che le tasse elevate imposte ai residenti palestinesi hanno costretto un gran numero di loro a trasferirsi nelle città della West Bank. "Nell'anno 2000, c'erano 10.982 residenti palestinesi cristiani nella parte occupata di Gerusalemme.
Ora, solo 5.000 di loro rimangono nella parte occupata di Gerusalemme dopo che più della metà degli abitanti cristiani si è trasferita in altre città della Cisgiordania o è immigrata fuori dalla Palestina, per risparmiarsi le tasse insopportabili israeliane, imposte ai residenti arabi della città santa", ha detto. "Israele impone un'immigrazione volontaria sui residenti cristiani della città santa", ha detto.
"Israele non vuole il cristianesimo al centro della lotta tra l'ebraismo e l'Islam", ha sottolineato. Eisa ha avvertito che le pratiche israeliane a Gerusalemme occupata non coincidono con il diritto internazionale, che vieta alle forze di occupazione di espellere i residenti originari dalle loro aree e quartieri. Israele, d'altra parte, dà ai coloni ebrei il diritto di vivere dove vogliono nella città santa, senza alcun tipo di restrizioni e senza le imposizioni fiscali che esercita sui palestinesi.
 Fonte (Eng):
http://gulfnews.com/news/region/palestinian-territories/20-000-children-separated-from-families-in-occupied-jerusalem-1.1141926
Traduzione a cura di RESTIAMO UMANI
© https://www.facebook.com/pages/RESTIAMO-UMANI/167044623348856