14 aprile 2007

Il curricolo nella scuola dell'autonomia

Il 3 aprile 2007 il Ministro della Pubblica Istruzione ha presentato il documento quadro di carattere generale “Cultura scuola persona. Verso le indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione”.
Sul sito web del ministero è stata pubblicata una brochure che illustra i riferimenti guida elaborati con il determinante contributo del filosofo e sociologo francese Edgar Morin.

Fra i documenti proposti alla riflessione di una cerchia forse troppo ristretta di autorevoli personalità della cultura e della scuola figura il documento "Il curricolo nella scuola dell'autonomia" predisposto dalla Commissione Ceruti.

http://www.anisn.it/matita_allegati/doc/curricolo%20scuola%20autonomia.doc

Il Ministero sta, in questi giorni e con una certa premura, raccogliendo i pareri di Associazioni e Sindacati.

Non tutti gli elementi fondanti di questo articolato documento sembrano destinati ad ottenere immediato e convergente consenso.
Per esempio (ORIENTAMENTI PER L’AZIONE DIDATTICA) ...

«Le modalità attraverso le quali promuovere lo sviluppo delle competenze rientrano nella autonomia delle scuole e dei docenti, soprattutto per quanto riguarda le scelte di ordine didattico e organizzativo. ...
... l’articolazione dei tempi dedicati ai laboratori o ad altre attività progettate, i tipi e i modi delle corresponsabilità previste in relazione alla conduzione delle attività didattiche di aula e di laboratorio, con il gruppo classe o con gruppi diversamente formati, tutto questo attiene all’autonomia progettuale della scuola e trova i suoi criteri esplicitati nel Piano dell’Offerta Formativa.
Non spetta al Ministero prescrivere come organizzare la didattica e come distribuire le responsabilità all’interno della scuola, nei rapporti tra docenti, con gli alunni o con i genitori. »

Questo significa che in ogni scuola d’Italia sarà il Collegio Docenti, A MAGGIORANZA (con tutte le conseguenze che ciò comporta per le discipline a rappresentanza debole), a stabilire “chi vince e chi perde” tra tutte le discipline e tra ciascun docente?

Ed ancora ...

«Spetta poi ad ogni istituzione scolastica meglio specificare gli obiettivi da raggiungere, eventualmente integrando la gamma degli insegnamenti proposti agli studenti, prestando particolare attenzione alle specificità del contesto di riferimento, alle attese e ai problemi che lo caratterizzano, alle risorse che si possono utilizzare.. Questo, comporta il possibile arricchimento del monte-ore di alcuni insegnamenti già previsti a livello centrale, l’utilizzazione della flessibilità oraria consentita, l’introduzione di modalità organizzative che si ritengono più rispondenti agli scopi. »

L’arricchimento del monte-ore di alcuni insegnamenti già previsti a livello centrale non comporta il conseguente impoverimento per altri insegnamenti?
Non si corre forse il rischio che le discipline numericamente più rappresentate in Consiglio di Istituto assumano delibere a favore ed a tutela delle proprie posizioni (a danno di altri), con le immaginabili conseguenze didattiche?
Andiamo avanti, senza ripensamenti, verso la disintegrazione della politica scolastica nazionale?

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