07 febbraio 2010

Professori: roba da museo

La scuola è sconfitta.

Dopo la cacciata in massa dei precari dalla scuola, operazione che ha lasciato senza lavoro anche supplenti annuali storici, quarantacinquenni con famiglia e figli… è arrivata anche la riforma delle scuole superiori.
I maligni si sono convinti che, con la riforma, di "superiore" non resterà più nulla e così le scuole rimarranno solo "secondarie".
L'intervento di mutilazione produrrà la cancellazione di ore di offerta formativa e conseguente calo di cattedre. Altre decine di migliaia di insegnanti precari si aggiungeranno a chi ha già perso il lavoro nella scuola media. Rimane il problema dei privilegiati che un tempo erano detti "di ruolo", cioè gli incaricati a tempo indeterminato. Costoro non possono essere disinvoltamente lasciati sulla strada… dunque ecco un'idea per risolvere il problema.
Il ministro Sandro Bondi si è espresso in questo modo (fonte: Corriere della Sera): "Vorrei discutere col ministro Gelmini la possibilità di impiegare gli insegnanti in esubero nei musei e nella valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale. Potrebbero essere utilizzati anche come dirigenti di strutture se non addirittura di musei".
Decine di migliaia di dirigenti di musei? Stento a crederlo.
Poi credo di essermi meglio chiarito cosa si intende. Gianfranco Cerasoli (Uil Beni culturali)
ha avanzato la proposta di "recuperare almeno 500 unità di personale ai servizi di vigilanza e accoglienza, eliminando le file" (fonte notizia).
Se i professori sono ormai diventati da museo, mi sembra logico e conseguente metterli effettivamente nei musei. Me li vedo bene, seduti sulle seggioline di plastica negli angoli di enormi stanzoni ricolmi di tesori d'arte, tenere sotto controllo irrequieti ragazzini che osano alzare il dito verso preziosi dipinti. Già con i ragazzini turbolenti ci sanno fare…
L'impiego nelle istituzioni museali offre molti spunti di riflessione.
Il ministro Bondi si è dimostrato particolarmente d'accordo sulla rete di volontariato civile da parte dei giovani: "In ogni città potrebbero prendersi cura di un monumento, di un museo, di un sito archeologico non solo per tutelare un segno della propria identità locale ma anche per valorizzarlo".
L'idea è apparentemente eccellente.
Il segretario della Cisl Beni culturali, Claudio Calcara, qualche dubbio ce l'ha: "In quanto ai tirocini, agli stage, al servizio civile non vorrei che tutto questo si trasformasse in lavoro nero..."
Io, nel mio piccolo, osservo un fenomeno che definisco deprimente.
Gestisco un sito web di cultura e storia (www.santagiulia.info) dedicato a Santa Giulia (la santa, non il museo!). Non pochi laureati in cerca di lavoro, non riescono a trovare facilmente il sito web del prestigioso museo e cadono nell'equivoco di ritenere che le mie modeste pagine siano il riferimento che cercano. Così ricevo ogni settimana richieste di lavoro con allegato curriculum. Questi poveri giovani si offrono anche solo per un periodo di stage ed apprendistato, persino a titolo completamente gratuito ed a loro spese. Cavolo! Laureati in archeologia e discipline storiche ed artistiche, gente in possesso di master e validissimi titoli! Si trovano a mendicare un'offerta di lavoro temporaneo a titolo G R A T U I T O !
Altro che lavoro nero. Qui ci vedo un colore più marroncino… e mi puzza.

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