28 agosto 2008
I Bei Tempi Andati possono tornare?
Fine corsa per "buono", "sufficiente" e "distinto": si torna ai voti.
Pienamente ripristinato il valore del voto in condotta.
Mi sta bene anche il grembiule nero.
Anche per i docenti, come ai bei tempi andati.
Non vedo l'ora di indossare anch'io un grembiule nero, come facevano i miei insegnanti di officina all'istituto tecnico.
Finalmente si salveranno i pantaloni, così spesso strappati dalle sedie sgangherate che non si riescono a sostituire perché le risorse se ne vanno negli stipendi agli insegnanti.
Però le cose si fanno bene fino in fondo, oppure è la solita burletta all'italiana.
Rivoglio il calamaio con l'inchiostro infilato nell'apposito buco del banco!
Calligrafia e pennini a forma di dito (non necessariamente l'indice) e torre Eiffel, perdiana!
Rivoglio i miei giorni spensierati del passato, tutti interi, senza accomodamenti approssimativi.
Rivoglio il bidello che passava tutte le mattine a rabboccare i calamai.
Che senso avrebbe altrimenti tornare al grembiule nero, se non per ripristinare l'antico sport del lancio di palline di carta inzuppate d'inchiostro?
Quelli erano tempi! Promessi sposi, rosa, rosae....
... e sani scappellotti del professore.
Ministro Gelmini! Si è dimenticata gli scappellotti!
Come è stato possibile?
"... el ga daghes pör quàch scopasù, quànt èl sa la mèrita"
Ecco come le mamme bresciane (Lei mi può ben capire, ministro!) invitavano me, tenero docente alle prime supplenze, ad una efficace opera di collaborazione educativa con la famiglia.
22 agosto 2008
Premiare il merito e valorizzare la mediocrità eccellente
Chi è il primo della classe?
Generalmente non la persona più brillante, creativa, produttiva.
I generali, i primari, i dirigenti ... troppo spesso hanno un'idea di merito legata alla pedestre esecuzione delle consegne, associata all'assenza di ogni critica ed al permanere di una salda condizione di quiete.
Chi obbedisce senza creare problemi ha buone probabilità di essere percepito dal superiore come "meritevole".
È questo ciò che vogliamo per la nostra scuola?
Premiare il merito.
Questa è la magica affermazione che dilaga con successo in tutti i campi.
Nella scuola se ne promette l' applicazione su entrambe i lati della cattedra: per i docenti e per i discenti.
Eppure, quanto il virus del premio ai meritevoli ha iniziato a diffondersi, tutti ci siamo ingenuamente rallegrati.
Cavolo! Finalmente il giusto riconoscimento del mio impegno!
Sono certo che anche gli inveterati scansafatiche avranno sinceramente gioito.
Non ho mai conosciuto un autentico lazzarone in grado di riconoscersi come tale.
Solitamente sono proprio i più pigri a ritenere di ammazzarsi dal lavoro.
Dunque siamo tutti, soggettivamente, meritevoli.
Eccoci pertanto tutti d'accordo sull'opportunità di premiare i meritevoli.
Sul vassoio dei media ci viene offerto un invitante dolcetto che temo risulterà pericolosamente avvelenato.
Temo che il premio ai meritevoli si rivelerà esclusivamente ciò che già appare: un trucco escogitato per risparmiare.
In realtà non si tratta semplicemente di premiare i meritevoli: chissà quante risorse occorrerebbero realmente per premiare secondo il giusto! Basterà premiare solo pochi eletti.
Si tratta pertanto di incoraggiare la competizione.
Curioso!
Io, come insegnante, mi occupo ESATTAMENTE DEL CONTRARIO.
A fondamento del lavoro educativo sta la valorizzazione della solidarietà.
Questo ho imparato ed è ciò che credo fermamente.
All'allievo ricco di doti intellettuali e sociali, capace di rilevanti prestazioni scolastiche, ripeto la frase che ascoltavo in casa: "hai fatto metà del tuo dovere".
All'allievo debole ed insicuro riservo invece i migliori apprezzamenti.
Il professor Chiesa fa differenze.
Quando ascolto questa affermazione sorrido di soddisfazione.
Non c'è musica senza l'arcobaleno delle note.
Sì. Ognuno è diverso. Ciascuno avrà la sua valutazione.
Viva la valorizzazione delle differenze!
Non ho nessuna intenzione di tracciare una riga in fondo al percorso per premiare il primo che arriva.
Non alzerò l'asticella fino al punto in cui è uno solo a superare l'ostacolo.
Il premio sta nel salto. La vittoria sta nella corsa.
L'obbiettivo del mio lavoro non è quello di appuntare medaglie ma quello di crescere uomini e donne integrali, valorizzando il massimo di ogni individualità.
Il successo politico di quello che personalmente ritengo un cancro sociale, cioè l'aziendalizzazione e spesso la completa privatizzazione delle risorse strategiche della nazione, comporta l'emergere dell'idea che ogni prestazione sia condizionata ed incentivabile da una remunerazione.
Personalmente, considero questo concetto pericolosamente errato.
Mi sembra di avere capito che i più intransigenti sostenitori della tutela più estensiva del copyright affermano che l'arte morirebbe senza gli automatismi di corrispettivo economico previsti della SIAE.
Non sono d'accordo. Un poeta continua a scrivere versi anche quando gli tolgono la penna.
L'arte e la cultura non si soffocano nemmeno con la violenza più cruda e con l'oppressione più insolente.
Certamente l'assenza di preoccupazioni economiche rende le cose meno complicate per l'artista.
È però anche vero che spesso denaro e successo intossicano la creazione.
Resto comunque convinto che i più grandi capolavori dell'umanità non siano nati sotto la sollecitazione di un compenso materiale.
Per quanto mi riguarda come insegnante, ritengo mio imperativo morale dare il massimo.
Quando faccio un'ora di supplenza non lavoro peggio o meglio perché sono pagato di meno oppure di più.
Immagino che altrettanto avvenga per un giudice, un infermiere, un poliziotto...
Si rende forse più giustizia, cura più scrupolosa, sicurezza più attenta... perché la paga è più alta?
Si può forse incentivare una prestazione quantitativa, misurabile in sacchi di patate scaricati da un vagone o in camicie lavate e stirate.
Con gli esseri umani è diverso.
Remunerare un docente per le ore di insegnamento è semplice.
Pagarlo per come ha insegnato o peggio, per quanto gli allievi hanno appreso, è forse assurdo.
Premiare il presunto merito del singolo docente (uno solo tra i molti), grazie alle prevedibili invidie, porterà agevolmente alla distruzione di quella rete di impegno didattico solidale che permette ancora ad un team di docenti di adoperarsi uniti per realizzare un presepe nell'atrio dell'istituto oppure una recita scolastica di fine anno.
Il potere di acquisto reale di molte categorie di lavoratori si è consistentemente ridotto nel corso di questi anni a causa dell'inflazione reale.
Si può affermare che tutti questi salariati abbiano progressivamente ridotto la qualità della loro prestazione in modo corrispondente?
Dunque mi sento veramente offeso da chi offre presunti premi di merito per premiare intensificazioni che non possono sussistere per definizione.
L'efficacia ed il valore del lavoro prestato in favore della persona restano a mio parere incommensurabili perché tale genere di attività costituisce una forma d'arte.
Si possono stabilire parametri per quantificare l'azione sul corpo o sull'animo umano?
Io non credo.
Se invece si vorrà scegliere di assumere come metro la valutazione integrata di dirigente scolastico, famiglie ed allievi.... non credo proprio che a raccoglierne i frutti saranno i migliori insegnanti in senso assoluto.
A goderne saranno forse i furbi opportunisti che, prescindendo da ogni risultato scolastico oggettivo, riusciranno a farsi benvolere dal dirigente, amare dai genitori e adorare dagli allievi :-) ;-)
11 agosto 2008
Amenoché... amenoché la Gelmini non tiri fuori dal cappello a cilindro la famosa area tecnologico-scientifica, creando una nuova disciplina operativa che unisca ore cattedra prese tra tecnologia e scienze.
I pedagogisti concordano sulla necessità di una scuola maggiormente orientata al fare ed allo sperimentare. Se questo è l'obiettivo che si intende perseguire, il sapere tecnologico e scientifico, integrato in una nuova forma disciplinare, potrebbe dimostrarsi motore del rinnovamento della scuola italiana.
La scelta che la politica scolastica è chiamata a fare è tra le nuove sfide della formazione di base, fondate sulla sperimentazione laboratoriale e sul piacere dell'apprendere... ed il ripiegamento sul riduttivo "leggere, scrive e fare di conto".
La realtà delle decisioni assunte (Decreto 112) potrebbe comunque essere sintetizzata nel motto "MENO SCUOLA PER TUTTI": meno insegnanti, meno ore scuola, meno specializzazioni...
Se sarò posto nella condizione di avere meno spazio per promuovere la cultura nella scuola (la riforma mi assegna due ore per ogni classe alla settimana, invece delle tre della mia disciplina) mi "vendicherò" accrescendo la produzione culturale extrascolastica... :-) ;-) :->
A titolo di anticipo ed esempio, ecco tre minivideo che ho appena sfornato:
Il Cammino di Santa Giulia lungo la via dei Longobardi
http://it.youtube.com/watch?v=Ah0MheWRMek
Bastone del pellegrino in cammino: il bordone
http://it.youtube.com/watch?v=77a0Wz5Psqs
L'antico capitello del monastero di Santa Giulia in Brescia
http://it.youtube.com/watch?v=Jok5_HkigVE
27 luglio 2008
Revisione dei quadri orari di insegnamento
All’art. 64, comma 4:
... anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri:
a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti;
b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
Per mercoledì 6 agosto è previsto l'incontro con le parti sociali del ministro Mariastella Gelmini per affrontare l’argomento dei tagli previsti in finanziaria. L’incontro servirà per fare il punto sugli organici e gli ordinamenti scolastici.
L'intenzione annunciata è quella di procedere all'attuazione delle riduzioni orarie già previste dalla riforma Moratti a partire dall'anno scolastico 2009-2010, in modo da portare i quadri orario a regime per il 2012.
Quindi, per quanto riguarda "tecnologia", fine della fase transitoria che concedeva le tre ore.
Per tutte le discipline si concretizza l'ipotesi della fine delle ore a disposizione, con buona pace di accoglienza, integrazione, alfabetizzazione, recupero, potenzialmento, attività di laboratorio...
25 luglio 2008
Maledetti professori
Nessuno riuscirà a convincermi che riducendo le ore di insegnamento l'apprendimento migliora ma ormai si sta affermando l'idea che tanto la scuola non serve a gran che...
Illuminante a tale proposito la lettura del provocatorio articolo di ILVO DAMIANTI su www.repubblica.it
18 luglio 2008
L'istruzione rende liberi
Continuare sperare nelle piccole realtà che potrebbero diventare vere, aiuta a vivere.
18 giugno 2008
Risparmiare sulla semente
Il governo annuncia infatti la decisione di tagliare nella scuola personale per altre 100mila unità nei prossimi tre anni.
Ciò nell'ottica di un risparmio sempre più necessario.
Personalmente ritengo che sia un po' come il contadino che decide di comprare meno semente per risparmiare.
Già in passato il medesimo contadino aveva venduto proprietà e strumenti di produzione. Cartolarizzazioni e privatizzazioni varie dei servizi essenziali di uno stato, come nel caso della sanità, dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni sono lo strumento di quella che personalmente considero la dilapidazione del patrimonio nazionale.
Risparmiare sulla semina non mi sembra una buona idea, avrei preferito che si decidesse di prendere meno vino in osteria.
Su "LA TECNICA DELLA SCUOLA" si analizza la situazione con un articolo in cui ci si chiede come ciò possa essere attuato, visto il crescere della domanda di istruzione che deriva anche dall'aumento della popolazione scolastica.
Temo che la soluzione sia già pronta. La riforma ormai nota con il nome del ministro Moratti indica senza possibilità di equivoci la via maestra: la riduzione delle ore di insegnamento per le varie discipline.
Educazione tecnica / Tecnologia è solo un esempio: passata da tre ore settimana per classe ad una solamente (come religione - con tutto il rispetto!) e graziata poi a due ore significa sul territorio nazionale la riduzione di un terzo dei docenti. Qualcuno ipotizza una cifra intorno ai 16mila insegnanti "fatti fuori".
Il taglio di un terzo del tempo di insegnamento su tecnologia diventa anche il dimezzamento di geografia e la cancellazione dei una enorme varietà di attività di formazione operativa specializzata negli istituti professionali e tecnici. Saldatura, fucina, impianti... laboratori di macchine a fluido, fonderia, macchine utensili (torneria, fresatura, alesaggio)... solo per citare alcuni esempi, sono da considerare semplicemente "spazzati via" dalla disastrosa riforma in corso di attuazione. Questo solo per attenermi alla realtà industriale bresciana che conosco.
Dunque risulta sufficiente tagliare ore scuola, particolarmente nelle discipline tecnologiche, per ritrovarsi con una consistente riduzione di insegnanti.
Quanto l'immediato risparmio economico costerà in termini di investimento e ricchezza per il futuro lo vedremo.
Ieri ho comprato un paio di meravigliose scarpe sportive a 5 (cinque!) euro.
Non dico nemmeno da dove vengono, tanto è ovvia la risposta.
Solo 10 ani fa queste scarpe si facevano nelle Marche, laddove esistevano scuole professionali estremamente qualificate. ora non più: costa troppo.
Parrebbe che sia meglio comprare a prezzo stracciato che impegnarsi a studiare, progettare e produrre.
Non vorrei la sequenza delle nefaste scelte conducesse lo sprovveduto contadino a vendere, per debiti, sé stesso come schiavo.
05 giugno 2008
Bully: Il bullismo fatto videogioco
Ero ormai abituato alla consueta risposta: "a giocare", cui seguivano le varie altre applicazioni.
Quest'anno in tutte le classi la prima risposta, senza alcuna indecisione è stata: "a comunicare".
Un computer in casa si fa dunque ora apprezzare dagli adolescenti, per quanto ho potuto capire, innanzi tutto per vivere la socialità che un tempo si sviluppava nel cortile condominiale o nella piazza del paese.
A questo si affianca il cellulare.
Chissà quanti genitori, tra coloro che leggono ora queste queste righe, sanno come si accende e sblocca il cellulare regalato al figlio o ala figlia? Le cartelle virtuali dei video e delle immagini sono regolarmente bloccate da password. Non interessa indagare? Vostra figlia no, vero? Non può essere. Naturalmente! ;-) :-)
Difficilmente i genitori hanno anche solo una vaga idea delle istruttive informazioni multimediali che gli adolescenti si scambiano via Bluetooth o infrarossi nei bagni delle scuole e talvolta persino in classe durante le lezioni.
Dunque ogni informazione ritenuta preziosa e desiderabile per un adolescente, tende a diffondersi con una modalità che è stata definita "virale".
La diffusione delle connessioni internet adsl 24 ore in molte case e Live Messenger sempre attivo sono diventati, anche per i giovanissimi, strumenti di contato e divertimento dalle potenzialità largamente sottovalutate dalle famiglie.
Non si creda che questa opportunità resti privilegio dei più abbienti.
Mi sono reso conto che è abbastanza frequente trovare un portatile permanente collegato ad internet proprio nelle case degli immigrati, per ovvi motivi di rapido ed economico contatto con le famiglie di origine.
Questa globalizzazione dei consumi, dei valori e dei disvalori, delle informazioni rispettabili e di quelle spregevoli, della poesia e della pornografia, dell'amore e della violenza.... pervade fulmineamente la vita dei ragazzi e persino dei bambini, sfuggendo generalmente al controllo familiare.
Oggi ho avuto la sorpresa di scoprire che i pargoli della mia seconda zeta (si tratta ovviamente di una finzione letteraria, o no?) si stavano entusiasticamente scambiando suggerimenti di gioco per la loro ultima scoperta: Bully, ovvero "Take 2 Interactive Bully: Scholarship Edition".
Si tratta di un videogioco attualmente disponibile, anche in lingua italiana, per le piattaforme Sony PlayStation 2, Microsoft Xbox 360 e Nintendo Wii.
In Europa, nella sua versione iniziale, era stato commercializzato come "Canis Canem Edit", forse per evitare che quel "Bulli" esponesse con troppa facilità il gioco alla curiosità ed al prevedibile successivo allarme di qualche mamma incuriosita dall'ultimo videogioco acquistato dal suo amatissimo bambino.
Nella più recente versione del videogioco il "Bully" è stato sapientemente mimetizzato nell'articolato titolo.
Giusto per inquadrare subito la faccenda, è bene chiarire che il videogioco in questione è commercializzato dalla medesima casa produttrice (rockstargames) che ha accumulato una vera fortuna economica con "Grand Theft Auto", videogioco in cui lo scopo del protagonista è quello di progredire nella carriera criminale. Per inciso, il CODACONS ha richiesto il ritiro dalla distribuzione in Italia di questo titolo per istigazione alla violenza.
Sulla scatola di Bully c'è il simbolo che indica il gioco come inadatto ai minori di 16 anni: un ottimo motivo in più per solleticare subdolamente attenzione. Quanto genitori ci baderanno?
Ma veniamo al sodo.
Bully è un videogioco di simulazione fondamentalmente basato sul bullismo.
Il protagonista, come diversi problematici soggetti con cui mi confronto come educatore, "non è cattivo".. direi piuttosto che interagisce in modo socialmente deviante per sviluppare quelle che gli sembrano efficaci tecniche di sopravvivenza ed affermazione personale.
Alcuni saggi multimediali relativi al videogioco possono essere visionati, purtroppo solo in inglese, sul sito web ufficiale:
http://www.rockstargames.com/bully/home/
Forse definire il gioco come addestramento virtuale al bullismo è una semplificazione fuorviante.
Negli USA il gioco riporta una etichetta di classificazione in cui si forniscono avvertenze sui contenuti: animazioni di sangue, umorismo crudo, linguaggio sconveniente, temi sessuali, uso di alcool e tabacco, violenza.
Da Wikipedia si apprende che «Nel 2008 un giudice brasiliano ha ordinato il ritiro del videogioco dal mercato locale per la sua eccessiva violenza. In Australia la vendita del videogioco è stata negata fin dalla sua pubblicazione internazionale. Negli Stati Uniti d'America il gioco è stato messo in commercio solo dopo una sentenza favorevole di un giudice».
Sono convinto che un adulto può considerare queste strampalate, trasgressive e persino violente avventure con ironia, ma non sono certo che i miei dodicenni allievi ne potranno trarre un utile ammaestramento formativo.