Peppe Dini non si arrende mai e continua (ormai da anni!) a ricordare, in ogni occasione ed in tutte le sedi, che l'educazione tecnica è un bisogno educativo primario.
La cultura tecnologica è necessaria in qualsiasi società come l'acqua.
Quello che ci lascia amareggiati, stupiti e profondamente delusi... è che a rivendicare un diritto educativo fondamentale rimanga sempre e solo quella dozzina di grilli parlanti che sembrano profetizzare nel vuoto.
Peppe ha ottenuto dal ministro una breve ma significativa risposta.
La inserisco qui nella speranza di rilanciare qualche riflessione collettiva.
22 novembre 2006
03 novembre 2006
Il silenzio che resta ed il fracasso sotterraneo dei cellulari
Il silenzio che resta ed il fracasso sotterraneo dei cellulari
Temo non rimanga più molto da dire e da scrivere.
Ecco il motivo dei profondi vuoti e degli amari silenzi.
Si susseguono ormai quasi quotidianamente i consueti attacchi ai poveri resti di una cultura della competenza e della solidarietà che sembra dissolversi davanti al mito di una produttività calcolata sul denaro invece che sulla persone.
Sui quotidiani come il Corriere o Il Sole 24ore, sulle televisioni pubbliche e private, alla radio.... Sembra che lo sfascio sia colpa di chi si è sempre impegnato accontentandosi e sacrificandosi:
colpa degli insegnanti
colpa dei sindacati
colpa degli statali
....
Fannulloni, attaccati ai privilegi, ostili a qualsiasi riforma, profittatori mangiapane a tradimento...
Perché ogni riforma della scuola si è sempre arenata?
Vedi sopra: colpevoli e fannulloni.
Perché abbiamo lottato per non immiserire la scuola?
Vedi sopra: colpevoli fannulloni.
Per questo sono rimasto, come tanti colleghi e colleghe senza parole.
Abbiamo lottato per il futuro dei nostri ragazzi e ragazze, per il futuro della scuola e della società italiana, e ci ritroviamo a subire l'accusa di avere tutelato "solo un comodo posto di lavoro".
Prendiamone atto. Siamo diventati inutili: un ostacolo al rinnovamento che porta a tutti meno scuola e meno dignità ma più lavoro precario sottopagato.
L'istruzione ha perso senso ed ora non si insegna più: si apprende.
Attore unico della formazione è l’individuo (perché ostinarsi ancora a chiamarlo "minore"?), centro della personalizzazione e della scelta autonoma di ciò che pare e piace alla famiglia ed a lui stesso.
Perché mai noi colpevoli fannulloni ci siamo affannati a sostenere invece i valori dell'impegno?
Per tutelare ore di lavoro, cattedre, privilegi!
Certo.
Mentre i cinesi hanno moltiplicato su scala logaritmica l'istruzione scientifica e la formazione tecnologica, noi docenti siamo invitati dai media a starcene indietro.
Cosa dovremmo recriminare noi poveri colpevoli fannulloni?
Lo scoraggiamento e l'amarezza non possono che crescere, quando ogni nostra parola per la scuola viene presa come un interessato intervento ingordamente egoistico.
Dobbiamo arrenderci allo sfascio ormai saldamente salito in cattedra?
La presa di coscienza è dura ma a portata di mouse.
Basta andare su www.youtube.com per leggere la scuola attraverso gli occhi dei cellulari degli allievi:
http://www.youtube.com/watch?v=aSNFNZ12Ytg
http://www.youtube.com/watch?v=ZirnoIXHkRg
http://www.youtube.com/watch?v=cs5nIoHKdDs
http://www.youtube.com/watch?v=JOP6NkNbEUU
http://www.youtube.com/watch?v=qRjiQoUWimw
http://www.youtube.com/watch?v=UlB2BiiI91E
http://www.youtube.com/watch?v=aadPrJttT4Y
[nota bene: i link furono rilevati il 3 novembre. Alcune settimane dopo la situazione si trasformò in un caso nazionale, ampiamente trattato dai media. I video vennero rimossi e non risultano attualmente più accessibili]
Se la domanda è: "dove è andata a finire la scuola italiana?"...
Ho una possibile risposta: su YOUTUBE.COM
I video disponibili sono una montagna, anche se è difficile capire con quali parole chiave è necessario effettuare la ricerca, dal momento che la sottocultura sotterranea preferisce restare nascosta e farsi riconoscere solo dagli omologhi.
Comunque sia, l'immagine della scuola italiana (solo quella superiore?) che se ne ricava è devastante.
La riforma?
Quale riforma?
Profe sorrida: è su YOUTUBE!
Temo non rimanga più molto da dire e da scrivere.
Ecco il motivo dei profondi vuoti e degli amari silenzi.
Si susseguono ormai quasi quotidianamente i consueti attacchi ai poveri resti di una cultura della competenza e della solidarietà che sembra dissolversi davanti al mito di una produttività calcolata sul denaro invece che sulla persone.
Sui quotidiani come il Corriere o Il Sole 24ore, sulle televisioni pubbliche e private, alla radio.... Sembra che lo sfascio sia colpa di chi si è sempre impegnato accontentandosi e sacrificandosi:
colpa degli insegnanti
colpa dei sindacati
colpa degli statali
....
Fannulloni, attaccati ai privilegi, ostili a qualsiasi riforma, profittatori mangiapane a tradimento...
Perché ogni riforma della scuola si è sempre arenata?
Vedi sopra: colpevoli e fannulloni.
Perché abbiamo lottato per non immiserire la scuola?
Vedi sopra: colpevoli fannulloni.
Per questo sono rimasto, come tanti colleghi e colleghe senza parole.
Abbiamo lottato per il futuro dei nostri ragazzi e ragazze, per il futuro della scuola e della società italiana, e ci ritroviamo a subire l'accusa di avere tutelato "solo un comodo posto di lavoro".
Prendiamone atto. Siamo diventati inutili: un ostacolo al rinnovamento che porta a tutti meno scuola e meno dignità ma più lavoro precario sottopagato.
L'istruzione ha perso senso ed ora non si insegna più: si apprende.
Attore unico della formazione è l’individuo (perché ostinarsi ancora a chiamarlo "minore"?), centro della personalizzazione e della scelta autonoma di ciò che pare e piace alla famiglia ed a lui stesso.
Perché mai noi colpevoli fannulloni ci siamo affannati a sostenere invece i valori dell'impegno?
Per tutelare ore di lavoro, cattedre, privilegi!
Certo.
Mentre i cinesi hanno moltiplicato su scala logaritmica l'istruzione scientifica e la formazione tecnologica, noi docenti siamo invitati dai media a starcene indietro.
Cosa dovremmo recriminare noi poveri colpevoli fannulloni?
Lo scoraggiamento e l'amarezza non possono che crescere, quando ogni nostra parola per la scuola viene presa come un interessato intervento ingordamente egoistico.
Dobbiamo arrenderci allo sfascio ormai saldamente salito in cattedra?
La presa di coscienza è dura ma a portata di mouse.
Basta andare su www.youtube.com per leggere la scuola attraverso gli occhi dei cellulari degli allievi:
http://www.youtube.com/watch?v=aSNFNZ12Ytg
http://www.youtube.com/watch?v=ZirnoIXHkRg
http://www.youtube.com/watch?v=cs5nIoHKdDs
http://www.youtube.com/watch?v=JOP6NkNbEUU
http://www.youtube.com/watch?v=qRjiQoUWimw
http://www.youtube.com/watch?v=UlB2BiiI91E
http://www.youtube.com/watch?v=aadPrJttT4Y
[nota bene: i link furono rilevati il 3 novembre. Alcune settimane dopo la situazione si trasformò in un caso nazionale, ampiamente trattato dai media. I video vennero rimossi e non risultano attualmente più accessibili]
Se la domanda è: "dove è andata a finire la scuola italiana?"...
Ho una possibile risposta: su YOUTUBE.COM
I video disponibili sono una montagna, anche se è difficile capire con quali parole chiave è necessario effettuare la ricerca, dal momento che la sottocultura sotterranea preferisce restare nascosta e farsi riconoscere solo dagli omologhi.
Comunque sia, l'immagine della scuola italiana (solo quella superiore?) che se ne ricava è devastante.
La riforma?
Quale riforma?
Profe sorrida: è su YOUTUBE!
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