30 giugno 2010

Cercate di non perdere tempo a studiare cose che non potete capire

Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, partecipando alla trasmissione 'Radio anch'io' in diretta su Radio Uno ha detto che "Occorre ripensare al segmento della scuola media inferiore perché non sempre riesce a preparare adeguatamente gli studenti all'istruzione superiore".

Colpa dei tagli alle risorse ed all'orario scolastico?
Colpa delle "Indicazioni Nazionali"?
Questo non lo ha detto.


Il ministro ha spiegato che occorre migliorare l'offerta formativa relativa ad alcune materie base, come la matematica e la lingua straniera.

Riducendone l'orario e cacciando gli insegnanti specializzati?
Questo non lo ha detto.


Ha inoltre sottolineato la necessità di rafforzare "l'orientamento perché è meglio indirizzare un alunno subito nella scuola adatta" piuttosto che fargli perdere del tempo con esperienze per lui eccessivamente impegnative quali possono essere quelle di un liceo o un istituto complesso.

Cosa studiate a fare?
Questo non lo ha detto.

28 giugno 2010

Circolari applicative di cosa?

Le circolari che le scuole ricevono dal MIUR (Ministero dell'Istruzione...) non cessano di stupirmi. Spesso mi sembra che invece di fornire lumi su disposizioni legislative, ne forzino l'applicazione distorcendone il contenuto.
Ultimamente poi accade di osservare che circolari che comportano vitali ricadute per l'occupazione e la qualità dell'offerta formativa non prendano a fondamento una legge ma semplicemente si premurino di anticipare il vigore di un decreto ancora nemmeno prodotto.

Ecco due esempi che hanno "reso liberi per il mercato del lavoro" decine di migliaia di docenti:

1. Con la CM n. 37/10 è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale MIUR - MEF sugli organici a.s. 2010/2011, ma il decreto dov'è?

2. Con la CM n.38/09 è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale MIUR - MEF sugli organici a.s. 2009/2010, ma il decreto dov'é?


Mi domando se, con questo genere di circolari, il MIUR chieda ai suoi Uffici periferici ed alla scuola di applicare leggi o di eseguire ordini.

09 giugno 2010

La balla degli aumenti retributivi

Leggo oggi che "Gli stipendi del pubblico impiego
cresciuti del 39,7% in dieci anni
".
Resto allibito.
Vado a recuperare i cedolini dello stipendio anno 2000: euro 1.299,10.
Verifico lo stipendio mensile di quest'anno 2010: euro 1.830,35.
Si, è circa il 40 %.
I confronti non possono però essere fatti tra livelli di carriera diversi.
Sono trascorsi dieci anni durante i quali sono avanzato come livello di fascia retributiva.
Debbo concludere che, considerando inflazione reale e scatti di stipendio per passaggi di gradone, non ho avuto apprezzabili miglioramenti di stipendio rispetto a dieci anni fa.
Anzi, per dirla tutta, il mio potere di acquisto si è ridotto.
Nelle stesse condizioni sono certamente segretari, bidelli, applicati, inservienti... ovviamente non solo nel settore dell'istruzione, ma anche tutte le donne e tutti gli uomini che fanno funzionare la sanità nazionale e gli altri servizi dello Stato.
Non so quanto peso abbiano nella statistica i dirigenti e la politica.
Immagino che gli stipendi delle alte cariche e gradi non siano calati per poter alla fine concludere che IN MEDIA i dipendenti pubblici hanno avuto incrementi stipendiali di quasi il 40%.
Non è irrilevante osservare poi che le buste paga dei lavoratori pubblici sono REALI, mentre nel settore privato è noto che la consuetudine di pagare compensi "fuori busta" è piuttosto diffusa, non certo a maggiore beneficio finale del dipendente.

A chi giova in questo momento strombazzare presunti aumenti MEDI di un'intera categoria?
Certamente a chi preferisce coltivare la divisione tra i lavoratori.
"Fanno bene a bastonare i magistrati e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare i giornalisti e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare i calciatori e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare i farmacisti e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare i professori e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare i pensionati e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare le donne lavoratrici e colpire i loro privilegi!"
"Fanno bene a bastonare ferrovieri, dipendenti delle poste, piloti, tecnici di volo, hostess, lavoratori delle telecomunicazioni...".

Così ciascuno pensa che finalmente sarà fatta giustizia.
Nessuno protesterà se il peso di questa manovra finanziaria graverà prevalentemente sulle spalle dei dipendenti pubblici.

Mi viene in mente un testo poetico di Martin Niemöller:

Prima vennero

Prima sono venuti a prendere gli zingari,
e noi non abbiamo protestato perché non eravamo zingari;
poi sono venuti a prendere gli ebrei,
e noi non abbiamo protestato perché non eravamo ebrei;
poi sono venuti a prendere i comunisti,
e noi non abbiamo protestato perché non eravamo comunisti;
poi sono venuti a prendere gli omosessuali,
e noi non abbiamo protestato perché non eravamo omosessuali;
infine sono venuti a prendere noi,
e non c’era più nessuno capace di protestare.

04 giugno 2010

Da qualche parte bisogna pure risparmiare

Non so quanto le mutilazioni all'offerta formativa e le riduzioni di fondi per le scuole potranno consentire di risparmiare.
Non so nemmeno quanto costano le missioni militari all'estero.
So invece cosa costerà l’acquisto di centotrentuno cacciabombardieri F-35, centoventuno caccia Eurofighter e cento elicotteri NH90 da parte delle nostre Forze Armate.
29 miliardi di euro
5 in più della manovra che imporrà i maggiori sacrifici ai servitori dello Stato.
Lo ha scritto Massimo Gramellini (LA STAMPA):
Aerei blu
[clicca qui per leggere l'articolo]


D'altra parte, come scrive Gramellini, "Ma tutti sappiamo che, oggi come oggi, senza un cacciabombardiere non si va da nessuna parte".

D'altra parte, mi permetto di aggiungere io, un mitragliere in ralla, oggi come oggi, sembra più apprezzato che un ingegnere in laboratorio.


01 giugno 2010

Le sue parole non le dimenticherò

La scuola italiana attraversa un periodo storico di disistima sociale come forse mai era accaduto in passato.
Troppe “persone per bene”, partendo dal semplice assunto che gli insegnanti sono genericamente degli incapaci, si ritengono invece in dovere di dispensare consigli e giudizi su un mondo di adolescenti dall'anima di cristallo in cui è bene evitare di entrare come elefanti.
Ciò accade purtroppo anche a livello governativo, quando ci troviamo a discutere su questioni che sembrano nate al tavolino del bar piuttosto che dal confronto con autorevoli educatori o esperti di didattica.
Quando poi capita di osservare interventi di persone di una certa cultura e rispettabilità che tranciano giudizi infondati e formulano invettive ingiustificate, l’amarezza e la delusione accompagnano la constatazione che abbiamo la scuola che ci meritiamo: fedele specchio della nostra società.

Se la convinzione condivisa resta quella che la Scuola Statale costituisce un organismo arcaico, rigido, costoso e centralista... non resta più spazio per l'indignazione quando le si riducono progressivamente le già scarse risorse umane ed economiche.
Più la scuola viene disarmata e più cresce la domanda di educazione ed istruzione, affiancandola con il crescente rafforzarsi di messaggi assolutamente divergenti, promossi dai media dominanti.

Tra il corposo coro delle persone per bene che si sentono investite dalla vocazione al nobile compito di insegnare agli insegnanti, ho trovato la voce di una scrittrice di successo che mi ha personalmente onorato della sua attenzione.
Silvana De Mari, che si definisce “autore di spaghetti fantasy”, mi ha stupito per la grossolana superficialità dimostrata.
Eppure non dovrebbe essere proprio ignorante di scuola come mi appare nel rozzo intervento su cui intendo riflettere.
Una persona impegnata e colta. Medico chirurgo. Esattamente una “persona per bene”. Cosa mai l'avrà spinta ad usare termini ed espressioni così avventate, inopportune ed ingiustificatamente avvelenate?
“Babbei di professsori” con tre esse! Chissà se si riferiva anche a quelli che la invitano a tenere conferenze agli allievi ed include coloro che hanno adottato un suo romanzo come testo di narrativa per la scuola?
Forse sarà l’intima quotidiana confidenza con la fantasia sfrenata che la conduce a scrivere fandonie come quella che leggo a commento del mio post
Mamma a 14 anni

Senza lasciarsi sfiorare dal dubbio, Silvana De Mari si permette di confondere le sue fantasie con i fatti, immaginando che la scuola si guardi bene dallo svolgere una decisiva funzione educativa civile, morale e sociale verso tutti e con grande rispetto ed attenzione per ciascuno.

«Questo bravo professore, e tutti i suoi colleghi, tutte persone perbene, non si sono mai permessi nei tre anni in cui questa bambina ha fatto le medie di pronunciare frasi razziste come per esempio stigmatizzare i matrimoni al di sotto dei 18 anni, tra l’altro vietati i Italia, né hanno mai detto che un matrimonio di una donna con un uomo che non ha scelto è contrario ai diritti dell’uomo che faticosamente, dopo secoli di sangue sudore e lacrime sono i nostri valori. »
[qui la fonte completa]

Non mi ricordo di avere avuto Silvana De Mari tra le mie allieve, ma sembra che questa fantasista della penna presuma di conoscere molto bene come svolgo la mia attività educativa. Non mi indigno per l’attacco personale perché so perfettamente cosa succede nelle mie aule.
Piuttosto osservo che “tutti i suoi colleghi, tutte persone perbene”, cioè tutti gli insegnanti, sono coinvolti nella medesima insolenza.
Silvana De Mari e tutte le altre Donne Prassede, persone decisamente per bene, convinte di possedere la purezza della verità ed una fede pronta ad ergere muri e poco propensa a gettare ponti, insulta l’impegno di tutte le colleghe ed i colleghi che non sanno tacere e che continuano a sforzarsi, come modestamente credo di fare, di formare e di conformarsi ai più alti valori della nostra civiltà con la parola e con l’esempio.
Forse Silvana De Mari possiede fonti di informazione che si esime dal dichiarare per poter cacciare, con cieca sicumera, tutta la scuola nel medesimo odioso calderone dell’ignavia.
Compatisco chi ha un’opinione così falsa e povera della scuola.
Ben infelice deve essere stata la sua esperienza scolastica, se mai ha trovato veri maestri alle cui parole credere con gioia.
La ricompensa migliore per un insegnante è la consapevolezza di aver contribuito alla crescita di donne e uomini integrali, capaci di volare alto e di donare.
Peccato che per troppi la scuola continui a rimanere un luogo di burocratico esercizio di vuota cultura nozionistica.
La nostra scuola statale di oggi non è più così ed i suoi operatori ne portano con orgogliosa quotidiana fatica il carico.

«Quindi le mamme cambieranno la storia, dopo aver sperperato tre anni della loro vita a prendere 8 su banchi di scuole dove professori politicamente corretti si sono ben guardati dall’insegnare qualcosa che non fosse politicamente corretto, per esempio il concetto di dignità umana o quello di libertà. O quello di coraggio. Di Hirsi Alì che si rifiuta di sposare un uomo scelto per lei e scappa in Olanda e di tutte le ragazzine che hanno preferito farsi ammazzare che farlo, questi bravi professori di sicuro non hanno mai parlato. Ed è un peccato, perché loro invece cambieranno la storia: Hirsi Alì e le martiti della libertà , loro, scriveranno una storia di libertà e dignità per tutti gli esseri umani. »
[qui la fonte completa]

Silvana De Mari preferisce dunque inneggiare al martirio altrui dal sicuro nido delle persone per bene.
Forse la mia disattenta lettrice vorrebbe più ribellioni che a lei non costano nulla, più ragazze sgozzate o deturpate dal vetriolo.
Trovo comodo rivendicare ribellioni che pagheranno altri.
Questo sangue d’eroi non è quello che disseta l’arsura di giustizia
Nella mia scuola non si strappa il velo alle donne che entrano.
A noi insegnanti importa che ci vengano e che crescano in coscienza, libertà, rispetto e conoscenza. Questo è il nostro lavoro: coltivare cuori e menti:
Il giorno in cui nella mia scuola vidi per la prima volta scritto "ingresso donne"

«Questa ragazzina, prima o poi, comincerà a pensare e oltre che per il padre e il marito padrone, le varrà una furia tremenda per questi babbei di professsori e per il loro silenzio. Alla prossima volta che ne rincontra uno, gli sputerà in faccia, come si fa con i collaborazionisti di tutte le dittature. »
[qui la fonte completa]

No, Silvana De Mari. La nostra orgogliosa Scuola Statale Italiana, mai come oggi così amputata ed umiliata non è così.
Lo dobbiamo all’impegno ed al sacrificio di tante donne e tanti uomini che continuano a credere in quello che fanno, sopportando con pazienza chi getta parole di fango: fannulloni, muti complici d’odio e razzismo…

Vieni a trovarci a scuola, Silvana De Mari. Ti aspettiamo.
Nelle nostre classi troverai i colori del rispetto e della gioia di crescere insieme.

La Scuola Statale Italiana crede, pratica ed educa ai valori di libertà, uguaglianza e fraternità che si possono così rapidamente uccidere e schiacciare con superficiale supponenza, proprio impugnandoli come una clava.

Invece di gettare parole e sputi in faccia, preferiamo gettare semi nei cuori e raccogliere voci come quella che mi ha riempito l’anima ieri, all'uscita di scuola, in un italiano pronunciato a fatica ma con convinzione:
"le sue parole non le dimenticherò".