18 giugno 2008

Risparmiare sulla semente

Questa volta mi sa che siamo sulla soglia della temuta "soluzione finale" che liquiderà definitivamente la cultura tecnologica (educazione tecnica o tecnologia, che dir si voglia) nella scuola italiana di base.
Il governo annuncia infatti la decisione di tagliare nella scuola personale per altre 100mila unità nei prossimi tre anni.
Ciò nell'ottica di un risparmio sempre più necessario.
Personalmente ritengo che sia un po' come il contadino che decide di comprare meno semente per risparmiare.
Già in passato il medesimo contadino aveva venduto proprietà e strumenti di produzione. Cartolarizzazioni e privatizzazioni varie dei servizi essenziali di uno stato, come nel caso della sanità, dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni sono lo strumento di quella che personalmente considero la dilapidazione del patrimonio nazionale.
Risparmiare sulla semina non mi sembra una buona idea, avrei preferito che si decidesse di prendere meno vino in osteria.

Su "LA TECNICA DELLA SCUOLA" si analizza la situazione con un articolo in cui ci si chiede come ciò possa essere attuato
, visto il crescere della domanda di istruzione che deriva anche dall'aumento della popolazione scolastica.

Temo che la soluzione sia già pronta. La riforma ormai nota con il nome del ministro Moratti indica senza possibilità di equivoci la via maestra: la riduzione delle ore di insegnamento per le varie discipline.

Educazione tecnica / Tecnologia è solo un esempio: passata da tre ore settimana per classe ad una solamente (come religione - con tutto il rispetto!) e graziata poi a due ore significa sul territorio nazionale la riduzione di un terzo dei docenti. Qualcuno ipotizza una cifra intorno ai 16mila insegnanti "fatti fuori".

Il taglio di un terzo del tempo di insegnamento su tecnologia diventa anche il dimezzamento di geografia e la cancellazione dei una enorme varietà di attività di formazione operativa specializzata negli istituti professionali e tecnici. Saldatura, fucina, impianti... laboratori di macchine a fluido, fonderia, macchine utensili (torneria, fresatura, alesaggio)... solo per citare alcuni esempi, sono da considerare semplicemente "spazzati via" dalla disastrosa riforma in corso di attuazione. Questo solo per attenermi alla realtà industriale bresciana che conosco.

Dunque risulta sufficiente tagliare ore scuola, particolarmente nelle discipline tecnologiche, per ritrovarsi con una consistente riduzione di insegnanti.
Quanto l'immediato risparmio economico costerà in termini di investimento e ricchezza per il futuro lo vedremo.
Ieri ho comprato un paio di meravigliose scarpe sportive a 5 (cinque!) euro.
Non dico nemmeno da dove vengono, tanto è ovvia la risposta.
Solo 10 ani fa queste scarpe si facevano nelle Marche, laddove esistevano scuole professionali estremamente qualificate. ora non più: costa troppo.
Parrebbe che sia meglio comprare a prezzo stracciato che impegnarsi a studiare, progettare e produrre.

Non vorrei la sequenza delle nefaste scelte conducesse lo sprovveduto contadino a vendere, per debiti, sé stesso come schiavo.

05 giugno 2008

Bully: Il bullismo fatto videogioco

In prima media, iniziando le lezioni di informatica, chiedo "a cosa serve un computer?".
Ero ormai abituato alla consueta risposta: "a giocare", cui seguivano le varie altre applicazioni.
Quest'anno in tutte le classi la prima risposta, senza alcuna indecisione è stata: "a comunicare".

Un computer in casa si fa dunque ora apprezzare dagli adolescenti, per quanto ho potuto capire, innanzi tutto per vivere la socialità che un tempo si sviluppava nel cortile condominiale o nella piazza del paese.
A questo si affianca il cellulare.

Chissà quanti genitori, tra coloro che leggono ora queste queste righe, sanno come si accende e sblocca il cellulare regalato al figlio o ala figlia? Le cartelle virtuali dei video e delle immagini sono regolarmente bloccate da password. Non interessa indagare? Vostra figlia no, vero? Non può essere. Naturalmente! ;-) :-)
Difficilmente i genitori hanno anche solo una vaga idea delle istruttive informazioni multimediali che gli adolescenti si scambiano via Bluetooth o infrarossi nei bagni delle scuole e talvolta persino in classe durante le lezioni.

Dunque ogni informazione ritenuta preziosa e desiderabile per un adolescente, tende a diffondersi con una modalità che è stata definita "virale".
La diffusione delle connessioni internet adsl 24 ore in molte case e Live Messenger sempre attivo sono diventati, anche per i giovanissimi, strumenti di contato e divertimento dalle potenzialità largamente sottovalutate dalle famiglie.
Non si creda che questa opportunità resti privilegio dei più abbienti.
Mi sono reso conto che è abbastanza frequente trovare un portatile permanente collegato ad internet proprio nelle case degli immigrati, per ovvi motivi di rapido ed economico contatto con le famiglie di origine.

Questa globalizzazione dei consumi, dei valori e dei disvalori, delle informazioni rispettabili e di quelle spregevoli, della poesia e della pornografia, dell'amore e della violenza.... pervade fulmineamente la vita dei ragazzi e persino dei bambini, sfuggendo generalmente al controllo familiare.

Oggi ho avuto la sorpresa di scoprire che i pargoli della mia seconda zeta (si tratta ovviamente di una finzione letteraria, o no?) si stavano entusiasticamente scambiando suggerimenti di gioco per la loro ultima scoperta: Bully, ovvero "Take 2 Interactive Bully: Scholarship Edition".
Si tratta di un videogioco attualmente disponibile, anche in lingua italiana, per le piattaforme Sony PlayStation 2, Microsoft Xbox 360 e Nintendo Wii.
In Europa, nella sua versione iniziale, era stato commercializzato come "Canis Canem Edit", forse per evitare che quel "Bulli" esponesse con troppa facilità il gioco alla curiosità ed al prevedibile successivo allarme di qualche mamma incuriosita dall'ultimo videogioco acquistato dal suo amatissimo bambino.

Nella più recente versione del videogioco il "Bully" è stato sapientemente mimetizzato nell'articolato titolo.

Giusto per inquadrare subito la faccenda, è bene chiarire che il videogioco in questione è commercializzato dalla medesima casa produttrice (rockstargames) che ha accumulato una vera fortuna economica con "Grand Theft Auto", videogioco in cui lo scopo del protagonista è quello di progredire nella carriera criminale. Per inciso, il CODACONS ha richiesto il ritiro dalla distribuzione in Italia di questo titolo per istigazione alla violenza.
Sulla scatola di Bully c'è il simbolo che indica il gioco come inadatto ai minori di 16 anni: un ottimo motivo in più per solleticare subdolamente attenzione. Quanto genitori ci baderanno?

Ma veniamo al sodo.
Bully è un videogioco di simulazione fondamentalmente basato sul bullismo.
Il protagonista, come diversi problematici soggetti con cui mi confronto come educatore, "non è cattivo".. direi piuttosto che interagisce in modo socialmente deviante per sviluppare quelle che gli sembrano efficaci tecniche di sopravvivenza ed affermazione personale.
Alcuni saggi multimediali relativi al videogioco possono essere visionati, purtroppo solo in inglese, sul sito web ufficiale:
http://www.rockstargames.com/bully/home/

Forse definire il gioco come addestramento virtuale al bullismo è una semplificazione fuorviante.
Negli USA il gioco riporta una etichetta di classificazione in cui si forniscono avvertenze sui contenuti: animazioni di sangue, umorismo crudo, linguaggio sconveniente, temi sessuali, uso di alcool e tabacco, violenza.

Da Wikipedia si apprende che «Nel 2008 un giudice brasiliano ha ordinato il ritiro del videogioco dal mercato locale per la sua eccessiva violenza. In Australia la vendita del videogioco è stata negata fin dalla sua pubblicazione internazionale. Negli Stati Uniti d'America il gioco è stato messo in commercio solo dopo una sentenza favorevole di un giudice».

Sono convinto che un adulto può considerare queste strampalate, trasgressive e persino violente avventure con ironia, ma non sono certo che i miei dodicenni allievi ne potranno trarre un utile ammaestramento formativo.