22 ottobre 2008

Ce n'est qu'un début

pensavano di averci trasformato tutti in aspiranti vallette e tronisti
Non è che l’inizio. Questo è lo slogan che campeggia da giorni in testa ai cortei di protesta contro la “deforma” della scuola.

Lo scrivo con un sentimento di rammarico e sconforto impotente.

Il mondo della scuola ha lottato in questi ultimi anni per una riforma vera della scuola italiana: condivisa, efficace, innovativa, solidale…
Dai primi interventi legislativi avviati dal ministro Moratti, ci siamo battuti per farci ascoltare, affinché le disposizioni non risultassero imposte rigidamente dall’alto.
La scelta di fondo della politica scolastica è invece rimasta perfettamente definita dalle parole del Marchese del Grillo: «Mi dispiace, ma io so' io, e voi nun siete un cazzo!».
L’attenzione ai bisogni ed alle richieste delle famiglie, degli insegnanti, di tutti i livelli di utenza della scuola, si è rivelata meno di un mero atto formale da sbrigare come un fastidio. Fantasmi di consultazione risolti con frettolosa superficialità, talvolta senza nemmeno la preoccupazione di mostrare una parvenza di credibilità: spesso semplici conferenze stampa con proiezioni di slide.

In questo momento storico vengono a sovrapporsi elementi di terribile instabilità e potenzialmente esplosiva.

Siamo alle soglie di un drammatico periodo di crisi economica dalle imprevedibili implicazioni sociali. La diseguaglianza tra benestanti e poveri cresce: siamo al sesto posto mondiale secondo il rapporto dell'Ocse 'Growing Unequal'. Con tutta probabilità ci attende una ulteriore riduzione del potere di acquisto mentre cresce il prezzo di tutti i generi primari di consumo e si estende il pericolo di una drammatica perdita di posti di lavoro.
La legislazione sul lavoro precario, applicata troppo spesso con interpretazioni che definire larghe e flessibili appare quanto meno eufemistico, accanto ad una situazione economica estremamente critica ha determinato la fine del tradizionali meccanismi di compensazione dei conflitti che un autorevole sistema sindacale avrebbe potuto gestire.

Una riforma del sistema di elezione e rappresentanza democratica ho prodotto la scomparsa dal parlamento di componenti politiche ancora molto rilevanti. Non è la parte politica in cui personalmente mi riconosco ma la penso come Voltaire: “Non condivido le tue idee ma sono pronto a morire perché tu possa esprimerle”. Quando si tappa la bocca a qualcuno, la pronuncia della parola “democrazia” comincia a sembrare goffa.

Ora il governo accusa l’opposizione di servirsi della scuola come pretesto di destabilizzazione politica.

Ebbene, questa miccia non l’abbiamo accesa noi.
Quello che ora chiede il mondo della scuola è, né più né meno, di spegnerla.

Non accadrà.
Tutti se ne rendono conto.

Se chi ha responsabilità di governo sceglie di rafforzare gli elementi che producono criticità mentre in parlamento si opera per decretazione d’urgenza, i media di comunicazione risultano limitati nell’azione dal sistema di proprietà e controllo… la miccia arriverà inesorabilmente troppo vicino al detonatore.
Proclamare che le manifestazioni popolari non servono e dichiarare che “Non permetteremo che vengano occupate scuole e università...” e “... convocherò oggi pomeriggio Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine” non mi sembra precisamente il modo di gettare acqua sul fuoco.

Nel quadro attuale, il senso di questo blog… dedicato alla questione della tecnologia nella scuola di base, perde rilevanza e persino senso. Non importa più, in questo momento, se le ore di tecnologia nella scuola media saranno 3, 2 o nessuna.

Ora va in gioco il lavoro di centinaia di migliaia di famiglie, la formazione ed il futuro stesso delle giovani generazioni.

I problemi da risolvere sono grandi e complicati: nessun genere di violenza potrà aiutare a risolverli.

Maledetto il primo che la userà.
Maledetto e dannato chi la condurrà, raccogliendone lo sventurato bagaglio di dolore e di morte.

19 ottobre 2008

La più amata dagli Italiani

Premetto, ancora una volta, che non ho nulla di personale contro il ministro Gelmini...
Resta invece molto da dire sulla limpidezza di una politica scolastica fondata sugli slogan ed i facili proclami.
Pochi Italiani se ne ricordano oggi, ma chi ha letto ed ascoltato... sa quanto dolore e rovina ha portato alla nostra nazione l'affidarsi a chi se ne servì con larghezza.

Non sono propriamente sfacciate bugie, quelle che i media ci propinano:
sono solo mezze verità, dunque pericolosi inganni.

Per smontare slogan e facili proclami ci vuole tempo, logica e prove.
Proprio su questa vigliacca sfida asimmetrica, conta chi preferisce barare in politica.

Prendiamo l'aumento del 50% per tempo prolungato.
Provo ad essere sintetico: è come l'offerta abbonamento dei servizi di telefonia...
Il primo periodo è una luna di miele.
La stangata arriva dopo, quando non puoi più tirarti indietro.
Il 50% in più arriva da un'operazione che genera "esubero" di personale per il primo anno... a scalare per i successivi due.
Creare esubero di disponibilità in termini di risorse umane è semplice: basta ridurre le ore di tempo scuola in tutti gli ordini di istruzione.
Si blocca ogni immissione di linfa umana nuova...
Entro tre anni gli esuberi si esauriscono perché nella scuola i vecchietti come me sono la stragrande maggioranza (pensionamenti, dimissioni, tumori...).
Alla fine della cura dimagrante il 50% di servizio in più si sarà volatilizzato, lasciando un livello di servizio di istruzione pubblica perfettamente allineato al luminoso esempio americano.

Per concludere con un sorriso (amaro eh!)... ecco come le corbellerie vengono proposte senza nemmeno il dubbio di cadere nel ridicolo:

Ascoltate bene... "La più amata dagli Italiani".

Con ostentato disprezzo del senso del ridicolo...
Il modello di comunicazione presenta singolari involontarie (o no?) analogie con gli stilemi dei filmini dell'Istituto LUCE.




Troppo bello! :-) ;-) :->
Secondo me non tiene la cottura e lo tolgono.
Quanto meno bloccano i commenti...
Capirai: la più amata dagli Italiani!

16 ottobre 2008

Lavagna multimediale LIM

Per gentile concessione di Roberto Mangosi (http://enteroclisma.blogspot.com/).

Lavagna multimediale

Vedere anche il precedente post sul comprificio e sulla scuola da mungere: tagli ai poveri, soldi ai ricchi

07 ottobre 2008

Scuola e Decreto legge n. 137: la Camera approva

La Camera ha votato la fiducia al Governo sul decreto legge Gelmini in materia di scuola. I sì sono stati 321, 255 i voti contrari. Due gli astenuti.

Risparmio a carico delle famiglie di migliaia di docenti che si troveranno a doversi inventare nuovi modi per tirare a campare.
Risparmio di ore-scuola per gli allievi che potranno dedicare un tempo maggiore ai più edificanti passatempi di strada o di casa.

Dice la Gelmini: "un riposizionamento delle risorse, grazie anche al ministro Brunetta, sull'innovazione tecnologica, per la quale sono stati stanziati 43 milioni in tre anni per dare più servizi alle famiglie, dalle pagelle on line alla prenotazione telematica dei colloqui con i docenti alla formazione on line degli insegnanti".

Lo dicevo io: dallo stipendificio allo spendificio: diecimila complicate e costose lavagne LIM....
Pagelle on line e prenotazione telematica dei colloqui con i docenti.

Le famiglie povere (la maggioranza nella mia scuola) non aspettavano altro.
Forse avrebbero preferito un'opportunità in più per tenere bimbi e adolescenti lontano dalla strada e in un ambiente protetto di crescita e formazione, ma la Gelmini si è dimenticata di chiedere cosa preferivano.

04 ottobre 2008

Valutazione disciplinare a colpi di maggioranza: gli asini vanno in nomination ma poi vota il pubblico


Era ancora il 29 agosto 2008, quando segnalavo una delle più curiose corbellerie contenute nel decreto legge n. 137 poi pubblicato il 01 settembre 2008: la bocciatura nella scuola di base con una sola insufficienza.

Per un po', autorevoli fonti ministeriali hanno insistito nel risibile tentativo di convincere che le parole «3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline. » ... significavano altra cosa da quanto poteva sembrare.

A fronte dell'interpretazione che si poteva ricavare con ragionevole certezza consultando un comune dizionario, il ministro ha dovuto prendere atto dell'evidenza ed è così nato il “MAXIEMENDAMENTO”, una sorta di kit di rappezzamento che contiene rammendi di varia natura e qualità.

Mi limito alla stretta questione della bocciatura con una sola insufficienza nella scuola ex-media...
Ecco la modifica che si prospetta:
«Al comma 3, dopo la parola: ottenuto aggiungere le seguenti: , con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe,»

Copio e incollo... ecco cosa viene fuori:
« 3.Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.»

Cosa cambia rispetto a quanto accadeva in questi ultimi decenni?

Finora un asino si prendeva i suoi “non sufficiente” e poi: AMMESSO ALLA CLASSE SUCCESSIVA, quando il Consiglio di Classe, magari dopo ore di sofferte discussioni interne, ne decretava la promozione.

Così come la “pezza” dispone ora, se capisco qualcosa di scuola, il Consiglio di Classe va a pronunciarsi a maggioranza sulla valutazione delle singole materie che risultano insufficienti.

Mica bau bau micio micio! :-) ;-)

Faccio fatica ad immaginarmelo, ma dovrò abituarmi a riunioni in cui una maggioranza stabilisce la valutazione prevaricando la professionalità disciplinare di altri colleghi.

Matematica 4? Mettici un 6!
Inglese 4? Mettici un 6!
Italiano 5? Mettici un 6!
... religione, educazione fisica, artistica, tecnologia... che a colpi di maggioranza FANNO VOTO DI VALUTAZIONE là dove finora contavano solo per promuovere, mantenendo ferma la valutazione disciplinare effettiva.

Mi sembra che questa pezza abbia già un'asola ben orlata di ragguardevoli dimensioni.

Scuola da mungere: tagli ai poveri, soldi ai ricchi

Entro novembre le scuole italiane dovrebbero ricevere 10mila lavagne interattive multimediali (Lim).
Se ne sentiva proprio il bisogno.
Certamente chi legge queste righe avrà potuto ascoltare il grido di dolore dei docenti che rivendicano come urgente ed indispensabile l'acquisizione di questo costoso, raffinato, complesso, delicato strumento dall'impiego complicato.
Troppo difficile da usare?
Nessun problema! Per spiegare a cosa serve come usarlo si investiranno ingenti risorse in termini di studio e programmazione... sono previsti percorsi di formazione organizzati dall’Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (ex INDIRE), destinati a 24mila docenti di tutte le discipline.
Si parte dalle scuole medie per un investimento, ha spiegato il ministro Gelmini, di 20 milioni di euro cui se ne aggiungeranno altri 10.
Un investimento di 30 milioni: richiesto da docenti?
Invito i miei quattro lettori ad indovinare.

La sfida enigminstica mi appassiona al punto che propongo queste semplici domande:
1) Chi fabbrica la LIM (lavagna interattiva multimediale) e chi la importa?
2) Quante ditte la producono?
3) Chi ha vinto l'appalto da decine di milioni di euro e con quali modalità?

Chi indovina vince il diritto di scrivere a Milena Gabanelli, RAI Report

03 ottobre 2008

Profezie del secolo scorso

“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche,a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece cha alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico".

Brano del discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale, a Roma l'11 febbraio 1950.

Qui il testo integrale Pubblicato in Scuola democratica, periodico di battaglia per una nuova scuola, Roma, iv, suppl. al n. 2 del 20 marzo 1950, pp. 1-5