25 novembre 2010

Il voto dislessico della Gelmini

Osservo che il minitro Gelmini forse non è ben lateralizzato.
Infatti ha confuso i pulsanti di voto ed approvato un emendamento contro sé stessa.

16 novembre 2010

Occhi di antichi guerrieri greci mi guardano dalla profondità della storia

L’amica blogger Riri, sollevata nel constatare che “la storia della gru” non si è conclusa con un dramma, mi scrive:

Riri> Adesso che sono scesi, solo la speranza che qualcosa cambi per tutti loro...

Si, Riri, speriamo che cambi e che non sia in peggio.
La legge sull'immigrazione che abbiamo ha mostrato qui tutti i suoi limiti.
Intanto cresce il numero dei piccini che frequentano il Centro Pastorale. Tutti figli di immigrati che lavorano come Negri.. come Indiani, come Ganesi... insomma che si spaccano la schiena per un futuro migliore per la loro famiglia.
Arrivano qui e non gli si chiede il permesso di soggiorno: si accolgono.
Ogni volta, per sapere come ci si comporta, credo che la regola a cui ci si dovrebbe attenere consista nel porsi la domanda: "Cosa avrebbe fatto Gesù al posto mio?".
Questo risolve sempre ogni dubbio su cosa sarebbe opportuno fare.
Così studiano con me e li ringrazio per la gioia che regalano a tutti i volontari che partecipano al progetto ed a me.
Oggi mi hanno chiesto ragione della frase evangelica "Sforzatevi di entrare per la porta stretta!".
«Ma tu che sei mussulmana fai Religione a scuola?»
«No, ma volevo ascoltare.»
Così poi hanno voluto sapere cosa è una parabola.
Non è facile tenere muri alzati a separare i banchi a scuola.
I piccoli vogliono ascoltare, vogliono capire, vogliono sapere.
Che senso ha "rimandarli a casa loro"?
Chi realmente è a casa sua?
Le ragazze hanno quasi tutte le trecce, proprio come le donne longobarde che vennero qui come immigrate illegali.
Gli occhi delle bambine e bambini del Punjab hanno talvolta un colore chiaro, persino occhi azzurri o verdi.
Ne ho compreso l’origine quando una bambina dolcissima mi ha detto che veniva da Alessandria Bucefala.
Alessandria Bucefala? Si. Proprio così. Non parlava italiano, ma queste due parole così consuete per la cultura occidentale sono state un lampo di luce.
Alessandro Magno, il grande condottiero greco, era molto legato al suo cavallo di nome Bucefalo. Quando il fedele animale cadde nella battaglia dell'Idaspe contro il re indiano Poro, Alessandro Magno decise di dedicargli una città. In ogni più lontana regione da lui conquistata volle lasciare presidi greci, per ottenere la fusione dei popoli e delle culture.
Dunque gli avi degli immigrati che siedono tra i banchi di questa improvvisata scuola di frontiera bresciana erano anche opliti macedoni dalle lunghe lance ed occhi cerulei, forse persino generali dell’antica Grecia.
Migliaia di anni prima un popolo dai capelli biondi, che tesseva panni dalle fitte righe incrociate, venne dall’Asia fino all’Europa. I Kilt scozzesi sono una traccia di quella lontana storia di migrazione.
Siamo tutti figli di una tormentata storia di migrazioni.
Il sangue degli uomini e delle donne si è mescolato milioni di volte. Sempre rosso.
Il mio sangue, ereditato da genitori padani, potrebbe essere compatibile con quello di un nativo australiano ma non con quello di un bergamasco.
Forse è per questo che capita di sentirmi fratello di chi sta lontano ed estraneo al vicino di casa.

10 novembre 2010

La storia della gru

Ieri stavo aiutando una splendida ragazza che chiameremo Ajanta, a studiare la materia “Diritto”.
L’antica mitologia greca riconosceva tre divine sorelle: Eunomia (l'Equità), Dike (la Giustizia) e Irene (la Pace). Un tempo, quando la Terra viveva la mitica Età dell'oro, Dike abitava tra gli uomini, che conducevano un'esistenza felice, priva di odio e di dolore. Quando i tempi cambiarono e incominciò l'Età dell'argento, tra gli esseri umani sorsero i primi litigi, e Dike andò a rifugiarsi sulle montagne. Quando poi giunsero l'Età del bronzo e successivamente quella del ferro, gli uomini divennero preda della violenza, dell'ingiustizia e della guerra: Dike, disgustata, abbandonò la Terra per trasferirsi in cielo.
Questo, concludeva il libro, significa che le leggi umane sono imperfette e possono arrivare ad essere ingiuste.

Ieri un amico mi ha ricordato che le lotte giuste nascono spesso dalla disobbedienza.
Un esempio per tutti: Mahatma Gandhi.
Senza l’indisciplina non violenta, non sarebbe nata la seconda democrazia più grande del pianeta Terra.
Così mi sono convinto che l’opposizione pacifica può essere una legittima forma di protesta.



Non so se la legalità deve essere rispettata a qualunque costo, anche a costo dell’ingiustizia.
Per esempio conosco il caso di una mamma provvisoria che si è spontaneamente offerta di tenere un bambino appena nato, abbandonato dalla madre, intanto che il tribunale decideva l’adozione. Il periodo previsto era solo di qualche mese. Mesi di amore e gioia e sacrifici. Mesi che sono continuati TROPPO a lungo. Ormai è trascorso quasi un anno ed il bimbo chiama giustamente MAMMA chi lo ha finora cresciuto. Con quale strazio questa donna abbandonerà alle anonime mani di un intermediario del tribunale il bambino che adesso adora? La giustizia umana, la nostra giustizia italiana che in questo caso a me pare proprio tarda, cieca ed ottusa, quanto tempo attenderà ancora prima di causare una grave ed irrimediabile lesione del sacrosanto diritto naturale del bambino a crescere senza vivere drammi così atroci? Possibile, con tutte le famiglie in trepida attesa di adozione da anni, che non si sia voluto subito trovare soluzione a questo dramma ancora in atto nel momento in cui scrivo? Vergogna!

Dunque un conto è la legalità ed un altro il diritto.

Della reale situazione giuridica dei migranti che occupano la cabina della gru sospesa sui tetti di Brescia in queste brumose giornate di novembre 2010, hanno dato conto in pochi.
In genere i media preferiscono liquidare la questione qualificandoli come immigrati illegali.

La vera situazione è forse descritta con le parole che seguono.
«A Milano come a Brescia l'oggetto della contestazione è la sanatoria truffa. Gli immigrati si sono sobbarcati un complesso iter burocratico, scaricato quasi per intero sulle loro spalle, ivi comprese umilianti code in questura e alla posta,... per non parlare dei costi insostenibili per chi spesso non arriva a mettere insieme 500 euro al mese. Poi, quando si è trattato di incassare l'ultimo passaggio burocratico, il datore di lavoro si è sfilato, rifiutandosi di apporre la propria firma alla richiesta di permesso di soggiorno, perché in difficoltà economiche o perché, più semplicemente, gli conveniva fare così. »
Questa era la versione originale riportata dall’autorevole testata del Corriere di Milano
ad una successiva verifica il testo non risulta più presente in questa forma. A chi mi legge lascio l’onere di trarre conclusioni su questa modifica. Google mi dice che “c’erano” veramente.
Perché nascondere ai cittadini che i migranti che stanno protestando hanno voluto, essi per primi, rispettare una legge dello Stato Italiano, rimanendo poi traditi dall’egoismo privato e ritrovandosi ora senza più alcuna tutela?
Ieri mattina, martedì 9 novembre 2010, il presidio a terra a supporto dei manifestanti, è stato sgomberato con la forza. Si trattava di amici e parenti che restavano ai piedi della gru per consentire il rifornimento di cibo ed acqua. L’operazione ha portato a diversi arresti.

Alcuni immigrati sono sfuggiti al rastrellamento infilandosi nelle porte delle abitazioni del popolare quartiere bresciano del Carmine, contando sulla fraterna protezione anche di italiani solidali. Certo! Non è la medesima cosa che accadde a mia nonna quando nascose un prigioniero francese sfuggito al rastrellamento nazista che lo ricercava. Non è la stessa cosa, ma forse la qualità del fatto presenta qualche similitudine umana.
Un giorno, voglio sperare, questi cittadini finalmente italiani racconteranno ai loro nipoti di essere stati accolti e protetti e che c’erano anche allora (oggi) italiani che si sentivano fratelli dei deboli e degli indifesi.
Con questo non vorrei essere frainteso. La legge va rispettata: da tutti però!
Dagli immigrati che presentano domanda di permesso di soggiorno, ma anche da parte di chi è tenuto a riconoscerne possesso di titolo e diritti. La legge si rispetta su entrambe i piatti della bilancia.
Quando si chiede agli immigrati il rispetto delle regole ci si deve impegnare a comportarsi in modo reciproco, altrimenti non si parla di giustizia ma di truffa e sopruso.
Cosa può restare davanti a truffa e sopruso se non la protesta?
Gli occupanti della gru sanno che pagheranno per la loro azione illegale.
Anche Mahatma Gandhi pagò. A questo prezzo fu acquistata l’indipendenza dell’India.
Mi viene in mente che anche un ebreo di nome Gesù, duemila anni fa, svolse attività illegale e ne pagò le conseguenze.
A quanto pare la domanda di giustizia può essere considerata illegale se condotta in modo eccessivamente sfacciato.
Così l’occupazione illegale della gru prosegue, accompagnata dalla solidarietà di alcuni, il fastidio di molti e l’indifferenza dei più.