23 ottobre 2005

In arrivo la circolare sul PORTFOLIO

La normativa destinata a regolare le modalità di certificazione delle competenze e la gestione del portfolio sembra ormai in dirittura d'arrivo.
Il percorso di formazione di questo documento appare perfettamente in linea con il livello di trasparenza e partecipazione finora osservato nelle azioni di intervento sulla scuola attuate dall'attuale governo.
Qui un cenno sulle novità previste.

18 ottobre 2005

Nero su bianco

Decreto legislativo 17 ottobre 2005 delle norme generali ed i livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo 2003, n.53.
http://www.istruzione.it/normativa/2005/allegati/dlgs_secondociclo_171005.pdf

Articolo 25, comma 1, punto B:

b) l’orario annuale obbligatorio di cui all’articolo 10, comma 1 del decreto legislativo 10 febbraio 2004, n. 59, è incrementato di 66 ore, di cui 33 ore destinate all’insegnamento della lingua inglese e 33 ore destinate all’insegnamento della tecnologia;
conseguentemente, l’orario annuale rimesso alla scelta facoltativa ed opzionale degli studenti, di cui al comma 2 del predetto articolo 10, è ridotto di un corrispondente numero di ore;



OK. Da questo momento inizia il combattimento per riportare nella scuola la terza ora: INFORMATICA.

12 ottobre 2005

Antonio Di Pietro : abrogazione e riforma

Antonio Di Pietro, rispondendo alle domande in chat su www.unita (presentazione dei candidati alle primarie dell'UNIONE)...
Si è espresso in questi termini:

Data - Ora: 10/10/2005 11.53
Domanda di Donatella Giordano:
Cosa pensa di fare della riforma Moratti?
Risposta:
Semplicemente abrogarla e procedere ad una nuova riforma concertata con gli insegnanti e con i genitori.

Chi andrà a votare alle primarie dell'UNIONE (domenica 16 ottobre) può vedere più a vanti, qui sotto, le posizioni espresse dai candidati in relazione ai problemi della scuola.

09 ottobre 2005

Al ministro Letizia Moratti, MIUR

Egregia signora Ministro,
scrivo ancora come insegnante di Educazione Tecnica per avere una sua personale risposta sul perché è stata tolta la disciplina che insegno dalla riforma della scuola media di 1° grado.

Ad ascoltarla ad uno Mattina di alcuni giorni fa, aveva comunicato che avrebbe risposto personalmente a tutte quelle richieste non scurrili che le sarebbero state fatte. Ebbene ho ricevuto una risposta robotizzata dal suo Capo di Gabinetto, una risposta uguale per tutti quanti le hanno scritto. Mi aspettavo di meglio da una signora come lei sicura del fatto che tutti gli altri dicono il falso, energica nel rimproverare chi si oppone decisamente alla sua riforma.

Mentre si addebitano ad altri le menzogne più spietate, solo perché partono dalla sponda opposta, si dimentica comunque i principi democratici più semplici: rispondere al cittadino che chiede è un atto dovuto, sostanziale, sancito da leggi approvate, la 241/90 ad esempio, sulle quali si fonda un qualsiasi governo di popolo.
Mi dispiace che non posso fare come lei, che a Porta a Porta ha esposto una serie di titoli di giornali riguardanti la sua riforma: è troppo per me, semplice cittadino e docente dell'entroterra pesarese. Oggi che la maggior parte dei mass-media sono impegnati a sbavare per i personaggi appariscenti, non considerano utili le problematiche che non colpiscono, quelle che vengono dalla gente comune e poco importa se 20000 insegnanti non sanno più che razza sono, in estinzione o meno. Tanto erano considerati di serie C, non avevano una disciplina culturalmente assodata, dei sporcamano tuttofare, utilissimi fino a ieri, di cui oggi se ne può fare volentieri a meno. E comunque qualche lettera sono riuscito a pubblicarla seppure da semplice cittadino: su Newton, sul Foglio dei Periti industriali, sul Resto del Carlino, per non parlare di diversi siti dedicati alla scuola.

Non scrivo poi solo per me; posso contare i miei anni per la pensione sulla mia mano, ma vorrei che si riflettesse su un aspetto culturale importante: vogliamo avere degli allievi futuri cittadini abituati solo alla scrivania, adoratori informatici, incapaci di tenere in mano un qualsiasi utensile, inefficaci nell'aprire un qualsiasi apparecchio per vedere se si trattasse di un banale guasto riparabile, prima ancora di buttare il tutto?
Certo è che se indugiassimo un attimo sugli spot che vediamo in TV, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove primeggia un "grazie" inquietante per aver speso e aver fatto girare il denaro, la logica sarebbe quella del comperare tutto nuovo, così ci si guadagna un forzato grazie. Mi chiedo: é poi proprio giusto tutto questo?

Ora, dato che si avvicina la scadenza del 17 ottobre entro la quale è possibile apportare modifiche alla sua riforma la invito ad reinserire Educazione tecnica, non per me, ma per i nostri ragazzi. Consideri che in questi anni hanno potuto provare attraverso questa disciplina il gusto della scuola aperta sul territorio e dedicata alle esperienze pratiche, del sentirsi creativi perché riescono a realizzare con le proprie mani, dello sperimentare.

Diversamente non posso che aspettare la prossima convocazione elettorale e agire attraverso questa contro chi ha proposto e voluto questa riforma; la sinistra già ne sa qualcosa dato che, a suo tempo, ci ha rimesso un ministro che ha voluto una riforma senza consultare gli insegnanti influendo poi sulla possibilità di continuare a governare. Resto sempre in attesa, dal gennaio 2004, di una sua personale risposta.

Invio questa mia anche agli amici, colleghi che mi hanno contattato ed anche ad alcune redazioni.

Sant'Angelo in Vado 09.10.05
Giuseppe Dini
docente di Educazione Tecnica ICS Bramante
Fermignano PU
www.educambiente.it

05 ottobre 2005

Grazie Prodi!

Cosa dichiarano di voler fare della scuola pubblica italiana i partiti che si apprestano a chiedere il voto alle prossime elezioni politiche?
Politicamente la situazione è ormai delineata.
L'attuale governo è determinato a spingere la riforma fino alla conclusione già prefigurata per tutte le classi in esubero o cancellazione:
Ipotesi MIUR di "soluzione finale" per i docenti in soprannumero.

Prodi si è pronunciato per un semplice adattamento che sostanzialmente accetta la situazione della scuola secondaria di primo grado come da riforma.
DS, Verdi, Rifondazione indicano nell'abrogazione una delle priorità per il governo di centro-sinistra.
I DS (Alba Sasso, per esempio) intendono affiancare l'abrogazione con un nuovo disegno riformatore.
Bertinotti ha dichiarato:
"La contro riforma della Moratti sarebbe davvero una pietra tombale sulla aspirazione di costruire una scuola di massa e di qualità. .....
... Abrogare la Moratti è semplicemente la necessità di togliere da questa strada il macigno che ne impedirebbe il cammino
".

Purtroppo manca una presa di posizione al centro (sinistra e destra):
Margherita, Ulivo, Italia dei valori, CDU, UDEUR, UDC...
laddove appaiono nebulosi "distinguo" che non lasciano capire a quale fine si voglia destinare la scuola pubblica dello stato italiano.

I residui dubbi sulla posizione di Prodi si sono dissolti definitivamente sulla chat del sito web dell'Unità, il giorno 5 ottobre 2005:


Data - Ora: 05/10/2005 13.47 Nome: maurizio balsamo Città: castelvetrano (tp)
Domanda:
Vorrei sapere qual è la sua posizione nei confronti dell'abrogazione della riforma Moratti che ha scontentato il mondo della scuola e perchè finora sull'argomento abbia evitato di pronunciarsi in modo chiaro.

Risposta:
Mi sono pronunciato almeno 20 volte e in modo chiarissimo: forse il rumore del camion e la disattenzione televisiva non le hanno fatto arrivare la mia voce. La legge MOratti ha molti fondamentali punti sbagliati che vanno cambiati: la scelta a 13 anni, l'eutanasia delle scuole tecniche, la inconsistena nella difesa del diritto allo studio, la mancanza di rilievo delle autonomie scolastiche, sono tutti errori da correggere. Veda lei se questo vuol dire abolire la legge o modificarla.


Dunque, se ho capito bene, significa che a Prodi sta bene la cancellazione dell'educazione tecnica, il tutor, il portfolio, il frullato orario, le 27 ore, la cancellazione del tempo pieno, la scuola supermercato, la scheda fai da te, le indicazioni nazionali con relative asinerie.... mi fermo per non vomitare.

Grazie Prodi! Credo di poterLe esprimere un sentito ringraziamento anche da parte del ministro Moratti, che tanto ha fatto per la scuola italiana!

Ecco l'opinione espressa da www.foruminsegnanti.it :
"E' più probabile che sia stato Lei, Professore, a subire gli effetti del rumore del camion sul quale viaggia, altrimenti avrebbe udito chiaramente le richieste di migliaia di docenti, genitori e studenti che richiedono a gran voce l'abrogazione senza se e senza ma della riforma Moratti e l'elaborazione di un progetto per la scuola democratico e condiviso, non calato ancora una volta dall'alto."

04 ottobre 2005

Bisogno di senso

L'amica e collega Claudia Fanti è una di quelle Maestre che sanno incidere segni profondi nella scuola e lasciare impronte vive nei cuori.
Collabora a numerose iniziative in tanti settori.
Il contributo di riflessione qui riproposto è tratto da
http://www.edscuola.it/ (Educazione&Scuola - Rivista telematica della scuola)
Interventi di Claudia Fanti sono anche su:
http://www.funzioniobiettivo.it
per cui cura anche il forum di "scuola morale politica":
http://www.funzioniobiettivo.it/cgi-bin/forum/default.asp
Consiglio a tutti i professionisti della scuola di consultare la ricca bibliografia a cui si accede semplicemente inserendo "Claudia Fanti" come stringa di ricerca in www.google.it



Bisogno di senso


Forse non so più dove la scuola vada, non so più cosa e come debba fare in questo mondo poverissimo di stimoli, idee, temi, argomenti…

Si dibatte di portfolio, di piani di studio e di personalizzazione. A corsi di formazione si aggiungono corsi su come applicare qualcosa di sterile, di decontestualizzato, di insensato, soprattutto di controproducente perché dentro una situazione di scuola riformata nonostante l’opposizione diffusa del corpo docente alla riforma…

Quando un bimbo o una bimba, un ragazzo o una ragazza batte alle nostre porte con il suo bagaglio di fragilità, di orrori adulti, di miseria, di fame, di lavoro non trovato da genitori in fuga dal proprio paese di origine (non soltanto stranieri), cosa fa la scuola?

Personalizza?!

In quale modo?!

Con quali risorse?!

Con quali strategie?!

C’è il mondo delle guerre, c’è quello della miseria, c’è quello del dibattersi giornalmente tra bollette e assicurazioni, tra modi per integrare stipendi e pensioni, affrontare aumenti di ogni tipo, c’è il mondo dei soldi che non bastano mai, degli affetti che crollano dinanzi alla fatica di vivere.

E la scuola che dovrebbe fare?

Arrendersi a una riforma vuota e contraria alla conoscenza, alla criticità, alla riflessione personale, alla presa di coscienza del dipanarsi della storia, del potere in mano di pochi presuntuosi, arroganti?

La scuola arranca tra la storica mancanza di risorse …ma soprattutto nello svuotamento di contenuti e unitarietà.

Gli studi nel campo delle intelligenze multiple non servono a scardinare l’individualismo pedagogico potenziato dalla riforma, il rinchiudersi dentro l’aula per affrontare “disperatamente” “casi” in aumento smisurato.

L’ insegnamento si salva ormai soltanto salvando la relazione con gli alunni e le alunne, in quanto per il resto continua a essere ricacciato in una situazione di solitudine disciplinare, didattica, pedagogica…per motivi di orari, organizzazione, mancanza di “continuità” all’interno e all’esterno dell’istituzione.

Di cosa si discorre quando si tratta di portfolio, dei modi per compilarlo o stilarlo? Di tutto e di nulla!

C’è bisogno di rivoluzione, certo non violenta, seppur violenta dovrebbe essere nelle enunciazioni e nelle conclusioni a cui si dovrà o si dovrebbe giungere alla fine di essa. C’è bisogno di una rivoluzione di teste ben fatte sia al livello dei dirigenti sia a quello dei docenti, una rivoluzione che faccia opposizione a tutto ciò che non preveda il senso della nostra cultura. C’è bisogno che si torni a dissertare orgogliosamente: di esseri umani reali bisognosi di “consolazione”, del rapporto fra letteratura e vita, tra matematica, scienza ed etica, tra musica, teatro e dinamismo culturale, tra arte, sogno e quotidianità, tra tecnologia e libertà…

Il lavoro della scuola, degli istituti “autonomi”, dovrebbe essere sempre più quello di chi trova senso, legami sensati con la realtà e l’utopia…

La scuola sembra aver cacciato dal proprio patrimonio genetico la vita e la riflessione su di essa: nascita, amore, affetti, conoscenza del corpo in relazione agli altri, conflitti, sentimenti, rapporto con la materia e il denaro, malattia, morte… Matematica, Italiano, Storia, Scienze, Musica, Immagine… sono divenute cose da trattare per mezzo di insegnamento verifica e controllo: è, così, impensabile che poi vengano amate e studiate con passione.

Sarebbe il momento di occuparsi non di “riforme”, bensì di ricerca e studio sul/del tessuto sociale reale nel quale deve operare una scuola seria, riflessiva, che “salvi” le persone dal nulla, dalla insensatezza di rapporti che ormai sembrano impostati più sul raggiungimento dei risultati che non sul percorso e sulle problematiche incontrate nell’affrontarlo, che aiuti ad arrampicarsi sugli scogli esistenziali su cui volenti o nolenti si infrangono le menti di adulti e bambine/i di diverse culture, provenienza, ma anche di diversissime problematiche psico- affettive e cognitive.

Il tessuto sociale su cui le persone si dibattono e il fattore pedagogico non possono venir più a lungo trascurati, pena la barbarie educativa. La scuola si fa anche con i “numeri”, ma soprattutto si fa con una buona dose di “interiorità” vigile sull’esterno e lontana dall’esteriorità dei numeri e degli slogan a cui ormai siamo abituati.

La scuola non dovrebbe essere quella delle risposte preconfezionate né in termini di organizzazione né in termine di saperi, poiché è vasto l’orizzonte dei saperi che si presentano numerosi ma non essenziali, quindi essa dovrebbe saper farsi interprete delle carenze cognitive, affettive della società e da queste partire per ricercare il massimo di efficacia nell’individuare ciò che può essere lasciato da parte e ciò che invece consentirà alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi di “rivoluzionare” il mondo futuro, che ora è bloccato dalla superficialità diffusa, dall’avere, dal si salvi chi può, dal disincanto. La scuola dovrebbe saper riproporre l’incanto della “domanda” anche nell’affrontare e proporre saperi di tipo pragmatico e nel farlo dovrebbe ricercare altre strade organizzative e di insegnamento/apprendimento che superino la rigida divisione per materie, che sappiano “costringere” gli “insegnamenti” e i loro docenti a confrontarsi sui “significati” delle loro rispettive materie e a farli interagire, a intrecciarli, a renderli dialoganti, a superare la settorialità…

Continuità e coordinamento dovrebbero essere sempre tenuti in considerazione prima dal legislatore, poi nella quotidianità delle azioni e delle scelte didattiche.

Negli ultimi anni si è invece assistito al predominio assoluto di scelte politiche che nulla hanno a che fare con il rispetto della continuità e di un’organizzazione scolastica che tenga conto dei nuovi bisogni di ragazze, ragazzi, dei loro docenti e della vita.

29 settembre 2005

Claudia Fanti

03 ottobre 2005

Riparte la ruspa sul terreno della scuola superiore

Qualcuno forse ricorda i pareri del CNPI sulla riforma?
Qualcuno forse ricorda il recentissimo pronunciamento delle Regioni?
Qualcuno forse ricorda che i "soliti pessimisti" avevano scritto: "Attenzione! Sono solo indicazioni, non sono vincolanti per l'esecutivo".
Bene: è accaduto!

Dal sito web della FLC (CGIL scuola, 3 ottobre 2005)...


E’ accaduto alla VII Commissione del Senato ciò che avevamo rifiutato persino di ipotizzare: la Commissione a maggioranza ha espresso parere favorevole allo Schema di decreto sul secondo ciclo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 maggio scorso....



Morale: riforma e sperimentazione vanno avanti a testa bassa.
L'attuale esecutivo ha evidentemente bisogno di presentarsi con i suoi FATTO, FATTO, FATTO, TATTO... Abbiamo mantenuto fede a tutti i nostri impegni.
Ecco realizzata la totale riforma della scuola!
Non importa se contro tutti e contro tutto: FATTO!

Qualcuno forse ricorda anche che la "pezza all'educazione tecnica" era contenuta nel famoso "articolo 31" poi misteriosamente scomparso tra una bozza e l'altra.
Ora nello
SCHEMA DI PARERE ACCOLTO DALLA COMMISSIONE SULL'ATTO N. 535
rimane solo il punto 16:


16. Appare opportuno consentire agli studenti che lo richiedano, peraltro sin dalla scuola secondaria di primo grado, di utilizzare il monte ore destinato alla seconda lingua comunitaria al fine di approfondire lo studio dell’inglese, ferma restando la possibilità di includere l’insegnamento della seconda lingua nell’ambito delle discipline facoltative.


Sparito anche Darwin, resiste solo una debole soluzione di ripiego per salvare un'ora in più a Inglese.

L'Educazione tecnica?
A che serve?
Di fronte alla sparizione di decine di migliaia di cattedre laboratoriali ed operative degli istituti tecnici... cosa volete mai che sia!?!

02 ottobre 2005

Il frullato è servito

Sabato 1 ottobre
La seconda volta che entro in quest’aula: 1E
In questa sede (delle mie tre) il preside mi ha detto: hai tutto il corso E. Bene.
Con me hanno un’ora sola, come da riforma. OK.

La volta precedente avevo iniziato a spiegare cosa è la tecnologia.
Oggi vorrei continuare con un semplice lavoro di grafica geometrica per iniziare il quadernone, in realtà è la mia “prova di ingresso” mascherata.

Mi accorgo che non tutti avevano capito cosa volevo per questa settimana: “ci vuole il quadernone a quadretti da 5 mm., ve lo avevo chiesto; un quadernone da usare per tre anni non è un grande investimento. Starò con voi della prima E per tre anni: compratelo, ci occorre”.

I pargoli mi informano: “ma noi non siamo della prima E... qualcuno si... ma non tutti... e poi c’è qualcuno della prima C”

Sudore freddo. Perché ho firmato il registro della prima E? Sto facendo un laboratorio e non lo so? Perché nessuno mi ha detto nulla? Tecnologia la fanno con qualcun’altro? Se io faccio tecnologia, dove sono gli altri? Ma tecnologia non debbono farla tutti?

“Un momento ragazzi.... vado in segreteria a chiedere che materia vi sto insegnando!”
.....
“Per cortesia, qualcuno mi sa dire cosa sto in classe a fare?”
...
“Non lo sappiamo nemmeno noi, aspetti che telefono a chi ha fatto l’orario”
.....

Dalla breve conversazione telefonica apprendo che:
* Ci sono allievi di prima E che stanno a casa il sabato mattina, per questo non li ho visti
* Ci sono allievi che vengono il sabato mattina ed anche qualche pomeriggio sparso
* Ci sono famiglie che hanno scelto attività opzionali oppure no per i propri figli
* Tutti questi stanno mescolati nelle diverse sezioni
* Non sono i docenti che vanno dagli allievi, ma viceversa
* Io faccio tecnologia ad un segmento della prima E ed un segmento della prima C
* L’altro segmento della prima E ha un docente di tecnologia, idem per il rimanente segmento della prima C: siamo in tre docenti su due classi
* La stessa cosa accade per altre materie che sono state frammentate sulla medesima classe: inglese, per esempio

Torno in classe più sereno ed allegro: più casino c’è e più mi diverto.
Il collegio dei docenti, a tempo debito, aveva idea di cosa deliberava?
Considerando che il frullato prosegue nei laboratori... a occhio e croce ho 12 classi, se non erro.
Avevo messo in conto arrivare a fare tecnologia in un'ora per classe... ma non potevo immaginare le mezz'ore su due semiclassi!
Nei prossimi consigli di classe (sempre su tre sedi), ho 4 prime in contemporanea dalle ore 16 alle 17...

Ho capito. Anche questo è un segno di vecchiaia.
La mia visione ddella scuola è evidentemente obsoleta.
Non sono più i docenti ad avere assegnate le classi.
Sono gli allievi che si assegnano singolarmente i propri docenti.
Non per nulla una graziosa bambina mi aveva appena consegnato un bigliettino, scritto da lei stessa, con l'elenco dei compagni che il martedì successivo saranno con me per l'attività didattica "E51".
Lo giuro! Non sto scherzando né inventando nulla.
Pura incredibile sacrosanta verità di quotidiana follia.
Mi sfugge qualcosa... devo proprio essere troppo vecchio.
D’altra parte se la società assomiglia sempre più ad un supermercato, perché non deve accadere la medesima cosa nella scuola ?

OK.
Il frullato è servito.