28 luglio 2009

Il test della cadrega

La Lega punta i piedi: gli insegnanti chiamati ad insegnare in una regione dovranno dimostrare di conoscerne usi, storia e lingua.

Paola Goisis, deputata della Lega e presentatrice della richiesta spiega che deve essere richiesto il superamento di un test per verificare «il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare».

Non sto scherzando: si veda...
Lega: «Test di dialetto per i prof»
Scontro sulla scuola, stop a riforma


Per chi vuole documentarsi per tempo consiglio la visione del "test della cadrega"
(più sotto in questo post...)

Resta da precisare che successivamente (29 luglio 2009) sono piovute le precisazioni:
Scuola, la Lega: «Test regionali per i prof, ma non di dialetto». E la Gelmini apre
Cota: «La nostra proposta è quella di test pre-selettivi per accedere agli albi regionali»


Non riesco a smettere di ridere.. :-) ;-) :-))

... poco cambia. Immagino già il test in Lombardia:

Cosa è la cadrega?
[] una mela
[] un formaggio
[] una sedia
[] la cattedra

22 luglio 2009

Punire il merito: la realtà per migliaia di docenti.

A.T.B. ha scritto:
Ho percorso tutti i passaggi, mi sono informata a tutti i livelli... ho chiesto aiuto... ma la realtà è: 10 ore a O**** + 8 a C****, e poteva andarmi peggio, me la caverò con circa 60 km al giorno.
Attendo ancora, senza nessuna speranza, un responso per l'utilizzo su sostegno. Se tutti hanno fatto la mia fine... non mi pare che la categoria abbia avuto grandi salvaguardie... Pazienza, cercherò di lavorare al meglio per i ragazzi che incontrerò sulla mia strada di insegnante, così come penso di aver fatto tutta la vita. Confesso di essere un po' triste.
...
A.T.B.


Ho preferito quotare interamente il tuo messaggio perché ne condivido l'intensità e la passione.
Anch'io mi trovo, alle soglie della pensione, a prestare servizio con maggior disagio di spostamenti.
Ancor più sono addolorato per le migliaia di amici precari che quest'anno perdono il posto di lavoro.
La mia personale opinione è che in questo modo "si aiuta la crisi": invece di ottenere un reale risparmio, si ottiene lo strangolamento dell'economia e delle risorse dello Stato.
6500 precari senza lavoro significa che si verificherà un "mancato consumo" per alcuni milioni di euro perché queste persone non potranno comperare, mobili, alimenti, elettrodomestici, libri, servizi...
Lo Stato non incasserà da questi precari alcuni milioni di euro in tasse e contributi.
6500 precari rinunceranno a vacanze, pizzeria, abbonamenti, spese per la casa e l'abbigliamento... togliendo risorse a industria, artigianato, servizi... che a loro volta registreanno maggiore depressione economica, pagheranno meno tasse e licenzieranno altre persone.
Un vero disastro: altro che risparmio! Il dramma è che questo suicidio economico parte proprio colpendo il futuro della nazione: la scuola.

Dunque resto disilluso ed arrabbiato due volte:
* per tutti i non più giovani colleghi che ricominceranno a viaggiare come novellini tra le varie sedi di scolastiche
* per tutti i giovani colleghi precari (qui "giovane" significa spesso almeno quarantenne con famiglia!) che hanno perso il lavoro

I vari sindacati avevano prospettato l'assegnazione provvisoria per le classi di concorso in esubero a livello provinciale come un grande successo.
A me sembra invece di osservare una grande illusione perché gli esuberi in "Tecnologia" non si verificano: in pratica è bastato diminuire le ore di scuola, aumentare le classi assegnate ad ogni insegnante, licenziare i precari.

Apprezzo la tua forza morale nel voler proseguire la missione educativa nonostante la situazione attuale che oggettivamente "punisce il merito" di quanti hanno finora impegnato una vita al servizio dello Stato, per la formazione di intere generazioni di studenti.
Quanti di noi sapranno resistere e non cederanno alla stanchezza?