Le nuove INDICAZIONI PER IL CURRICOLO proseguono e sviluppano la promozione della "personalizzazione". L'altra faccia della personalizzazione è l'emarginazione sociale. Desidero proporre un brano tratto dall'articolo "a carica dei 500 in nome della Falcucci" di Mario Pirani, Repubblica del 14 maggio 2007 - pag.18.
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«... Cosa sta, dunque, ad indicare nello schema ministeriale il riferimento continuo alla "persona", ai "percorsi personalizzati", alla necessità che "i docenti definiscano le loro proposte fin dai primi anni della scolarizzazione in relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri dei bambini"? La risposta è facile da ricavare. Programmi tarati sulla persona rimettono in causa la questione della uguaglianza dei diritti e quindi del diritto ad una formazione tendenzialmente uguale per tutti, con programmi uguali, tanto più necessari per i più deboli, i meno fortunati socialmente ed economicamente. E cosa significa assecondare le inclinazioni personali, i bisogni e i desideri dei bambini e degli adolescenti? Possibile non si comprenda che i "bisogni" sono proprio il riflesso delle differenze sociali, economiche, ideologiche? E questi bambini che esprimono il "bisogno" di trastullarsi tutto il tempo, di giocare con la playstation o di interessarsi solo a certi argomenti, possibilmente non impegnativi? Sarebbero quindi, gli insegnanti e le singole scuole nella loro autonomia a decidere cosa è bene per uno e cosa è bene per l'altro? O bisognerebbe assecondare ciò che chiedono gli allievi, secondo il principio che la scuola è "un'azienda" e gli studenti sono, quindi, "clienti" che hanno sempre ragione?»
29 agosto 2007
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