26 novembre 2009

Come comportarsi con l'ipovedente grave e cieco…

FAQ per l'interazione con i non vedenti

Contributo di informazione per docenti, educatori, personale scolastico…

Per comprendere cosa significa realmente essere ciechi dalla nascita non basta chiudere gli occhi. Bisognerebbe dimenticarsi di come è fatto un bicchiere, come funziona un ascensore, come si compone un numero telefonico, come si usa la cucina a gas e di milioni di altre immagini mentali che aiutano un vedente a vivere in modo semplice.
È quindi importante rendersi conto della diversità tra chi è cieco dalla nascita e chi lo diventa in seguito a incidente o malattia. Se il secondo caso, per molti versi, è più traumatico, nel primo occorre trovare la capacità di inventarsi un mondo intero. Ignora forme e colori e deve servirsi di tutti gli altri sensi per potersi orientare nell'ambiente che lo circonda.

Il cieco non può, per esempio, leggere in uno sguardo o interpretare un gesto. Non gli servono né i "qui" né i "là", non può scorgere né un cenno del capo né un sorriso, non vede da che parte si apre una porta. Riconosce le scale solo dal basso verso l'alto e se devono scendere una rampa fanno fatica a trovare il primo gradino. E poiché la loro menomazione spesso non è evidente, molte volte non viene presa in considerazione.
Chi è privo della vista ha spesso difficoltà a partecipare a colloqui, in quanto non sa a chi si deve "rivolgere". Se non conosce la ragione per cui attorno a lui si ride, diventa insicuro. In poche parole, il cieco ha sempre bisogno di spiegazioni.
Per tutti questi motivi nei ciechi gli altri sensi si sviluppano maggiormente e meglio. Con l'andar del tempo il cieco acquista, per esempio, un'eccellente sensibilità tattile (chi però si lascia toccare volentieri?) o una particolare percezione dei rumori. Nella maggior parte dei casi riconosce la gente soltanto dalla voce. Alcuni semplici suggerimenti che possono facilitare il rapporto con i non vedenti:

  • Avvicinandovi a un non vedente fatevi notare per tempo. Tenete presente che non vi vede e neppure vi conosce. Ditegli quindi anzitutto chi siete, in quanto desidera sapere a chi affidarsi senza timori.
  • Per guidare un cieco non lo si dovrebbe mai prendere per un braccio. Offritegli sempre il vostro braccio che afferrerà al di sopra del gomito. In tal modo non occorrerà suggerirgli la direzione: con la vostra guida si orienterà subito. Lo si dovrà precedere soltanto in punti stretti.
  • Non dimenticate che non può vedere un sorriso o un cenno del capo. Dovete perciò parlargli.
  • Quando sta per attraversare una strada avvertitelo sempre; così anche quando sta per lasciare o raggiungere un marciapiede.
  • Quando vi allontanate mai senza aver preso commiato. È per lui penoso accorgersi di parlare a una persona che nel frattempo si è allontanata.
  • Non seguitelo mai con l'intenzione di aiutarlo in caso di necessità. Egli percepisce la vostra presenza e si sente a disagio.
  • Per aiutare un non vedente a salire su un mezzo di trasporto pubblico basta mettergli una mano sulla maniglia o sul corrimano e avvisarlo se un gradino è particolarmente alto. Trattandosi di una scala, fategli notare il primo e l'ultimo gradino.
  • Se desiderate offrirgli un posto a sedere, fategli poggiare semplicemente una mano sullo schienale della sedia. Trattandosi di una poltrona, occorre accompagnare la mano al bracciolo e precisare da quale parte è la poltrona stessa.
  • Quando deve salire su un automobile, indicategli sempre la parte anteriore e quella posteriore della vettura. Fategli quindi posare una mano sul bordo superiore della portiera aperta. Con l'altra il cieco si orienterà, toccando il tetto della vettura, poi prenderà posto.
  • Se dovesse aver perso l'orientamento, elencategli semplicemente ciò che gli sta davanti, dietro, a destra e a sinistra.
  • Porgete il vostro aiuto solo se espressamente richiesto.
  • Trovandovi a tavola con un non vedente chiedetegli se potete essergli d'aiuto. Spiegategli che cosa c'è nel piatto e come sono disposti i cibi sull'esempio di un quadrante d'orologio. Così gli potrete per esempio dire: i legumi sono sulle ore 6, la salsiccia sulle ore 10, e così via. Indicategli dove si trova il bicchiere e non riempiteglielo troppo. Se fuma, porgetegli un portacenere.
  • Nel dargli qualcosa, chiamatelo per nome o toccatelo leggermente.
  • Per i ciechi e i deboli di vista l'ordine è molto importante. Ogni cosa ha il suo preciso posto. Nella loro abitazione rimettete sempre al loro posto gli oggetti usati. I bidelli devono sapere che tutto nell'aula deve mantenere sempre lo stesso posto (cestino, banchi…)
  • Se in un locale, cui sono abituati, viene spostato un oggetto, devono saperlo.
  • Se li aiutate a togliersi un abito o a posare lo zainetto, dite sempre dove lo posate o l'appendete.
  • Se volete leggere qualcosa a un non vedente elencategliene dapprima i titoli.
  • Ai ciechi parlate sempre con la massima naturalezza e il tono di voce abituale.
  • evitare di guidare prendendo per mano perché questo no fornisce indicazioni sul movimento che state per fare. Abituarsi a porgere il braccio e non insistere per aiutare.
  • Evitare che in classe il livello di rumore si alzi. Chi non vede usa l'udito per percepire tutto quello che gli succede intorno.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Ottimo, questo post e anche il precedente sono molto interessanti per chi insegna e anche per chi vuole capire come insegnare e relazionarsi, questo è un blog utile!

educatore ha detto...

Grazie Massimo.

Anonimo ha detto...

io sono stanco dei finti ciechi ne ho uno in casa che fa finta di essere cieco ma in realtà non è solo semi cieco ma anche mezzo rincoglionito non ne possiamo + mia mandre ed io non lo sopportiamo più
da quando è andato in pensione e cambiato tutto
non ha voglia di fare un cazzo non vuole mai uscire e quando usciamo sborbotta
quasi quasi lo lasciamo da solo vediamo come se la cava da solo


non vedo l'ora che giunga quel momento
quando non ci sarà piu allora potremmo dire che la vita inizia