06 ottobre 2010

Viva la scuola statale, laica e democratica

La mia idea di scuola è differente.
La legge offre alle famiglie la possibilità di adempiere l’obbligo dell’istruzione scolastica in casa secondo il D.L. 16/04/ 94 n. 297 art.111, comma 1 e 2.
Rispetto l'amore, la passione e la competenza con cui Erika porta avanti il suo progetto (vedi commento al post precedente), ma la mia scuola è differente.
La scuola è per me il luogo di elezione per lo sviluppo di integrazione, condivisione, solidarietà, consapevolezza e responsabilità sociale.
La scuola statale rimane l'opportunità privilegiata di fusione delle diversità in un integrazione per il superamento di ogni emarginazione,a partire da quella sessuale per concludere con quella della piena padronanza della lingua unitaria nazionale.
L'homeschooling rappresenta per me espressione di chiuso e pericoloso egoismo e negazione legalizzata di una autentica possibilità di crescita per bambine e bambini.
L'adempimento dell’obbligo scolastico all'interno della famiglia è una opportunità di cui è in grado di avvalersi correttamente solo una ristretta elite dotata di adeguate risorse economiche e professionali.
La scuola in famiglia è secondo me persino pericolosa perché può condizionare a quelli che io considero disvalori: l'intolleranza, l'integralismo, il rifiuto della diversità.
La cultura liberale occidentale è la culla della democraziona laica. Proprio il contrario di ciò che può arrivare ad offrire l'homeschooling.
Mi sono reso conto che avere offerto questa possibilità alle famiglie nel quadro della legge include rischi che ritengo inaccettabili.
L'homeschooling autorizza un religioso integralista a crescere le figlie nella soggezione più assoluta e un delinquente a educare i figli al furto ed alla violenza.
Dio ci scampi da queste grette scuole culla di ogni segregazione. Non riesco ad immaginare una cellula educativa nucleo di emarginazione zingara, cinese, mussulmana, fascista, comunista...
Non oso pensare di quale tipo di homeschooling possano usufruire una bambina o in bambino tenuti segregati nell'ambiente "educativo" di una famiglia di randagi ladri d'appartamento o truffatori di poveri anziani indifesi.
Non oso pensare di quale tipo di homeschooling possano usufruire una bambina o un bambino figli di genitori votati ad una cieca visione di vita integralista.
Non oso pensare a bambine e bambini privati della gioia di condividere intense e profonde amicizie con compagne di banco; complicità, risate e scoperte con compagni di classe...
Preferisco i rischi dell'inadeguatezza pubblica a quelli dell'inadeguatezza familiare.
Almeno statisticamente, prima o poi, si incontra sicuramente qualche insegnante di grande valore nel percorso scolastico tradizionale. In famiglia non è altrettanto certo.

9 commenti:

riri ha detto...

Sono daccordo con te caro prof. punto per punto. Un abbraccio.

ps. è vero non ti conosco ancora personalmente, ma da quello che scrivi si evince il tuo valore. Ad averli insegnanti del tuo livello.!!Oggi ce ne sono ben pochi.
Un bacio alla tua grande mogliettina:-)

una mamma ha detto...

Hai risposto in modo troppo violento ad Erika, come se tutte le famiglie avessero in sè il virus letale dell'egoismo. SE la famiglia ha le competenze o le capacità economiche per farlo, anzitutto lo deve dimostrare e, avendolo dimostrato nessuna scuola può competere con l'istruzione familiare perchè nessun dipendente pagato può impegnarsi come i genitori stessi nell'educazione come nell'istruzione.
Ti ricordo inoltre che insegnare a rubare ai bambini è un reato, scegliere la scuola familiare è un diritto.

Sai... mia suocera è una bravissima insegnate di inglese (laureata in inglese, rarissima per i suoi tempi), ha mandato i figli alle scuole pubbliche e poi si sono diplomati poco brillantemente. Nessuno di loro sa l'inglese, nemmeno scolastico perchè mia suocera ha interamente delegato alla scuola l'istruzione dei suoi figli... se avesse trasmesso lei stessa il suo sapere faticosamente conquistato, i suoi figli per quanto riguarda l'inglese lo saprebbero come lei o poco meno.

una mamma ha detto...

Circa le prime righe, la penso esattamente in modo opposto: la scuola è il primo luogo dove rischiamo di corrompere la nostra identità nel profondo... ma non mi dilungo oltre perchè mi sento proprio offesa. Avendo or ora riletto il tuo violento attacco, visto che auspicheresti addirittura che l'homeschooling non fosse nemmeno legale, ti elimino immediatamente dai blog che seguo. Mi ero sbagliata, pensavo fossi una persona aperta e rispettosa della libertà del prossimo.

educatore ha detto...

cara "una mamma", mi spiace di apprendere che ti senti offesa. Ti rispetto pienamente come persona, così come rispetto le tue idee, anche se le avverso con fermezza. Quanto al resto, vedo che combattiamo su due fronti diversi, ma ciò non implica che io abbia alcun risentimento verso di te. Anzi apprezzo la sincerità ed il garbo con cui esprimi la tua posizione.
«Non condivido la tua idea, ma combatterò perché tu la possa esprimere»

una mamma ha detto...

...perchè io la possa esprimere e praticare!
Costituzione, articolo 30: " È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli. ..nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti ".
Avversi con fermezza un diritto costituzionale. Noterai certamente che dalla formulazione dell'art.30 sopracitato appare che la scuola sia una surroga a genitori incapaci, mentre il diritto-dovere dei genitori viene giustamente prima. Mi sa che solo regimi totalitari (del calibro di Pol Pot) hanno del tutto cancellato questo diritto-dovere, in Germania l'obbligatorietà assoluta è rimasta come eredità.... ecc,ecc..

educatore ha detto...

Ti ringrazio per avermi fatto notare questa lettura letterale dell'articolo 30.
Mi viene il dubbio che i genitori che mandano i figli a scuola non ne diano la medesima interpretazione.

una mamma ha detto...

..sicuramente la maggior parte delle persone pensa che scuola dell'obbligo significhi obbligo di frequentare la scuola: è sbagliato, l'obbligo è evidentemente di istruire ed educare i figli.
L'istruzione paterna è una scelta che quasi nessuno considera, un diritto che non si sa più di avere: certamente se i genitori sapessere di avere anche questa possibilità da prendere in condiderazione alcuni (mica tutti) malesseri "da scuola" potrebbero trovare nell'istruzione paterna una soluzione, una tra le tante, magari anche praticabile in pochi casi....
guarda che io non voglio fare del proselitismo, mi basta (se e quando ne ho l'occasione) difendere il mio diritto.

Renata ha detto...

" È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli.Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti ".
Stabilito che questa è "la lettera" della legge, andiamo a identificarne "lo spirito".
"Mantenere" è esplicito
"Istrtuire" fornire istruzioni di comportamento nel rispetto della normativa che regola la società ;
"Educare" attiene alle regole del vivere e del convivere nel pieno rispetto verso l'altro.

Bisognerebbe approfondire l'intenzione data al termine -roppo vago - di istruire.

Se si è voluto intendere "fornire cultura" ha ragione "una mamma"
ma ho seri dubbi che essere genitori significhi essere in grado di fornire cultura.

In senso stretto (Italiano/storia/scienze/geografia/matematica e quant'altro.)

Ritengo che laddove la legge prevede che "Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti "si vada a contemplare specificità estranee all'ambito culturale.

Mi piacerebbe che qualcuno volesse approfondire con argomenti inconfutabili.

una mamma ha detto...

la cultura non è solo nei libri, anzi, non è nei libri strettamente scolastici (sintesi, della sintesi della sintesi dello scibile umano, sapere preparato in pillole per gruppi numerosi di bambini medi... e a me non va l'aspetto di "sintesi", l'aspetto "numerosità del gruppo", il concetto stesso di bambino medio: non mi interessa il bambino medio, ovviamente mi ingteressa il mio). Il genitore può scegliere a chi rivolgersi per fornire cultura.
Resta sempre saldo, come diceva l'autore del post, che i genitori devono dimostrare capacità tecniche ed economiche... che non vuol dire solo che il dirigente scolastico mi chiederà i miei titoli: le mie bambine dovranno fare un esame ogni anno davanti a una commissione di tre insegnanti, se non palesemente ostili almeno scettici (verso la scuuola familiare). Un po' di rispetto no? devo enumerare i titoli scolastici miei e dei miei familiari? Mi volete far dire che sono laureata anch'io?
E' un percorso difficile, perfino coraggioso perchè secondo i dati nazionali alle elementari non bocciano proprio nessuno.
Le uniche cose che possono farmi cambiare idea sono mia figlia stessa e la difficoltà economica (almeno un membro della famiglia, evidentemente, deve avere molto tempo libero=lavorare meno fuori casa). Saluti, grazie a tutti del confronto