Il Ministro Fioroni ha presentato in Parlamento un articolato rapporto sullo stato della scuola italiana ed il quadro di riferimento a cui intende attenersi.
Ecco alcuni passi su cui riflettere e discutere...
«L'attenzione di tutti, e la mia in particolare, oggi deve concentrarsi piuttosto su quello che è necessario e possibile fare, fin da subito e nel corso di questa legislatura.»
«... non ho in animo di elaborare l’ennesima riforma complessiva del sistema, a cui legare il mio nome.»
«L'autonomia scolastica, l’unica illuminata, e anche per questo costituzionale, riforma degli ultimi anni, ha in sé tutte le potenzialità necessarie allo sviluppo della dimensione comunitaria della scuola.»
«La via giusta, in un sistema fondato sulle autonomie, è quella dell'attivazione di processi di trasformazioni condivisi: da un lato smontando, con il metodo del "cacciavite", ciò che li frena o li ostacola, dall’altro mettendo in campo ciò che occorre perchè quei processi abbiano come traguardo una maggiore efficienza e una maggiore equità.»
«La scuola che vogliamo è una scuola capace di coniugare equità ed eccellenza, capace di garantire
- le pari opportunità di tutti nell’accesso all'istruzione e nella possibilità di successo formativo
- l'eccellenza dei risultati
- la valorizzazione dei meriti individuali.»
«L'istruzione è una funzione pubblica, perché riguarda tutti e perché le sue finalità sono decise dalla comunità, e che tale è e resta indipendentemente dalla natura del soggetto che gestisce l’offerta formativa, sempre che il soggetto gestore risponda a quelle finalità e alle regole che ne derivano.
«Sulle caratteristiche del modello didattico, così come sulla strutturazione dei curricoli, l’impegno ad evitare qualsiasi forzatura statalista e dirigista è totale. In questo quadro, è da rivedere la logica stessa implicita nell’emanazione delle "Indicazioni Nazionali".
Lo Stato non è portatore di una sua pedagogia e di una sua metodologia didattica, il suo compito è un altro, quello di definire gli obiettivi formativi sulla cui base diventa possibile anche una seria e scientifica valutazione dei risultati del sistema e delle singole istituzioni scolastiche; mentre è alle autonomie scolastiche che spetta la progettazione dei curricoli.
Anche sui dispositivi introdotti dal governo precedente, come il Portfolio e il Tutor, l’azione del governo non riguarda solo l’emendamento di ciò che è inadeguato o non praticabile; la nostra bussola sta nel restituire all’autonomia scolastica le scelte che le spettano, e la sua piena responsabilità.
Sottolineo inoltre la necessità di rendere pienamente attuativo ciò che è già previsto dalle norme, cioè lo sviluppo della continuità educativa all’interno della scuola di base.»
02 luglio 2006
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento