A me sta bene tutto, mi piacciono le sfide.
Fine corsa per "buono", "sufficiente" e "distinto": si torna ai voti.
Pienamente ripristinato il valore del voto in condotta.
Mi sta bene anche il grembiule nero.
Anche per i docenti, come ai bei tempi andati.
Non vedo l'ora di indossare anch'io un grembiule nero, come facevano i miei insegnanti di officina all'istituto tecnico.
Finalmente si salveranno i pantaloni, così spesso strappati dalle sedie sgangherate che non si riescono a sostituire perché le risorse se ne vanno negli stipendi agli insegnanti.
Però le cose si fanno bene fino in fondo, oppure è la solita burletta all'italiana.
Rivoglio il calamaio con l'inchiostro infilato nell'apposito buco del banco!
Calligrafia e pennini a forma di dito (non necessariamente l'indice) e torre Eiffel, perdiana!
Rivoglio i miei giorni spensierati del passato, tutti interi, senza accomodamenti approssimativi.
Rivoglio il bidello che passava tutte le mattine a rabboccare i calamai.
Che senso avrebbe altrimenti tornare al grembiule nero, se non per ripristinare l'antico sport del lancio di palline di carta inzuppate d'inchiostro?
Quelli erano tempi! Promessi sposi, rosa, rosae....
... e sani scappellotti del professore.
Ministro Gelmini! Si è dimenticata gli scappellotti!
Come è stato possibile?
"... el ga daghes pör quàch scopasù, quànt èl sa la mèrita"
Ecco come le mamme bresciane (Lei mi può ben capire, ministro!) invitavano me, tenero docente alle prime supplenze, ad una efficace opera di collaborazione educativa con la famiglia.
28 agosto 2008
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