Non ci volevo credere e non capivo.
Poi compresi che era un segno di gioia.
Prima non c’era mai stato un “ingresso donne” a scuola perché a queste donne non era dato di entrare.
Ora sono orgoglioso di quell’aula della mia scuola in cui sono io a non poter entrare.
Ci entrano donne velate dai vestiti sgargianti, qualcuna porta con sé il piccolo in carrozzella, da tenere accanto al banco.
Copiano in italiano le parole della vita di ogni giorno.
Studiano le unità di misura dei prodotti che comprano al supermercato.
Imparano che ci sono doveri ma anche diritti.
Hanno il permesso di venire perché l’insegnante è una donna e l’ambiente è protetto, dedicato alle mamme.
Anche così si diventa Italiani.
Che bello quel giorno che Fatima mi chiamò eccitata in corridoio:
“profe! Quella è mia mamma!”.
Non indicava fuori, ma DENTRO alla scuola.
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6 commenti:
Grande Gabry, meraviglioso post... ma soprattutto grazie. di te adoro questo tuo essere presente ai cambiamenti positivi. adoro il tuo modo di scrivere perchè traspare ciò che sei veramente. Un uomo la cui sensibilità e attenzione va oltre quel apparire chiuso e introverso che è la tua esteriorità. allora mi chiedo: che vale la pena scrivere ed estenare così pensieri che rimarrebero chiusi in un cassetto della nostra mente. Grazie di cuore ,prof.
bellissimo post...complimenti A
Troppo buone, grazie! :-) ;-) :->
Pagina d'antologia.un cbbraccio pieno di commozione.
Oggi una delle "mamme a scuola" ha conseguito la licenza di scuola media sedendosi sulla medesima sedia su cui poche ore prima aveva preso posto il figlio.
2009: un anno scolastico memorabile.
Un groppo in gola,
le pelle d'oca
e gratitudine IMMENSA.
Per te e per chi, come te, vive, partecipa per la scuola e per tutte le sue embrionali, piccole o grandi positività.
Una nonna, tesa verso i giovani, ti tiene nel suo cuore.
Accetta anche il mio grazie, caro Prof. e buone meritatissime vacanze !
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