Ieri stavo aiutando una splendida ragazza che chiameremo Ajanta, a studiare la materia “Diritto”.
L’antica mitologia greca riconosceva tre divine sorelle: Eunomia (l'Equità), Dike (la Giustizia) e Irene (la Pace). Un tempo, quando la Terra viveva la mitica Età dell'oro, Dike abitava tra gli uomini, che conducevano un'esistenza felice, priva di odio e di dolore. Quando i tempi cambiarono e incominciò l'Età dell'argento, tra gli esseri umani sorsero i primi litigi, e Dike andò a rifugiarsi sulle montagne. Quando poi giunsero l'Età del bronzo e successivamente quella del ferro, gli uomini divennero preda della violenza, dell'ingiustizia e della guerra: Dike, disgustata, abbandonò la Terra per trasferirsi in cielo.
Questo, concludeva il libro, significa che le leggi umane sono imperfette e possono arrivare ad essere ingiuste.
Ieri un amico mi ha ricordato che le lotte giuste nascono spesso dalla disobbedienza.
Un esempio per tutti: Mahatma Gandhi.
Senza l’indisciplina non violenta, non sarebbe nata la seconda democrazia più grande del pianeta Terra.
Così mi sono convinto che l’opposizione pacifica può essere una legittima forma di protesta.
Non so se la legalità deve essere rispettata a qualunque costo, anche a costo dell’ingiustizia.
Per esempio conosco il caso di una mamma provvisoria che si è spontaneamente offerta di tenere un bambino appena nato, abbandonato dalla madre, intanto che il tribunale decideva l’adozione. Il periodo previsto era solo di qualche mese. Mesi di amore e gioia e sacrifici. Mesi che sono continuati TROPPO a lungo. Ormai è trascorso quasi un anno ed il bimbo chiama giustamente MAMMA chi lo ha finora cresciuto. Con quale strazio questa donna abbandonerà alle anonime mani di un intermediario del tribunale il bambino che adesso adora? La giustizia umana, la nostra giustizia italiana che in questo caso a me pare proprio tarda, cieca ed ottusa, quanto tempo attenderà ancora prima di causare una grave ed irrimediabile lesione del sacrosanto diritto naturale del bambino a crescere senza vivere drammi così atroci? Possibile, con tutte le famiglie in trepida attesa di adozione da anni, che non si sia voluto subito trovare soluzione a questo dramma ancora in atto nel momento in cui scrivo? Vergogna!
Dunque un conto è la legalità ed un altro il diritto.
Della reale situazione giuridica dei migranti che occupano la cabina della gru sospesa sui tetti di Brescia in queste brumose giornate di novembre 2010, hanno dato conto in pochi.
In genere i media preferiscono liquidare la questione qualificandoli come immigrati illegali.
La vera situazione è forse descritta con le parole che seguono.
«A Milano come a Brescia l'oggetto della contestazione è la sanatoria truffa. Gli immigrati si sono sobbarcati un complesso iter burocratico, scaricato quasi per intero sulle loro spalle, ivi comprese umilianti code in questura e alla posta,... per non parlare dei costi insostenibili per chi spesso non arriva a mettere insieme 500 euro al mese. Poi, quando si è trattato di incassare l'ultimo passaggio burocratico, il datore di lavoro si è sfilato, rifiutandosi di apporre la propria firma alla richiesta di permesso di soggiorno, perché in difficoltà economiche o perché, più semplicemente, gli conveniva fare così. »
Questa era la versione originale riportata dall’autorevole testata del Corriere di Milano
ad una successiva verifica il testo non risulta più presente in questa forma. A chi mi legge lascio l’onere di trarre conclusioni su questa modifica. Google mi dice che “c’erano” veramente.
Perché nascondere ai cittadini che i migranti che stanno protestando hanno voluto, essi per primi, rispettare una legge dello Stato Italiano, rimanendo poi traditi dall’egoismo privato e ritrovandosi ora senza più alcuna tutela?
Ieri mattina, martedì 9 novembre 2010, il presidio a terra a supporto dei manifestanti, è stato sgomberato con la forza. Si trattava di amici e parenti che restavano ai piedi della gru per consentire il rifornimento di cibo ed acqua. L’operazione ha portato a diversi arresti.
Alcuni immigrati sono sfuggiti al rastrellamento infilandosi nelle porte delle abitazioni del popolare quartiere bresciano del Carmine, contando sulla fraterna protezione anche di italiani solidali. Certo! Non è la medesima cosa che accadde a mia nonna quando nascose un prigioniero francese sfuggito al rastrellamento nazista che lo ricercava. Non è la stessa cosa, ma forse la qualità del fatto presenta qualche similitudine umana.
Un giorno, voglio sperare, questi cittadini finalmente italiani racconteranno ai loro nipoti di essere stati accolti e protetti e che c’erano anche allora (oggi) italiani che si sentivano fratelli dei deboli e degli indifesi.
Con questo non vorrei essere frainteso. La legge va rispettata: da tutti però!
Dagli immigrati che presentano domanda di permesso di soggiorno, ma anche da parte di chi è tenuto a riconoscerne possesso di titolo e diritti. La legge si rispetta su entrambe i piatti della bilancia.
Quando si chiede agli immigrati il rispetto delle regole ci si deve impegnare a comportarsi in modo reciproco, altrimenti non si parla di giustizia ma di truffa e sopruso.
Cosa può restare davanti a truffa e sopruso se non la protesta?
Gli occupanti della gru sanno che pagheranno per la loro azione illegale.
Anche Mahatma Gandhi pagò. A questo prezzo fu acquistata l’indipendenza dell’India.
Mi viene in mente che anche un ebreo di nome Gesù, duemila anni fa, svolse attività illegale e ne pagò le conseguenze.
A quanto pare la domanda di giustizia può essere considerata illegale se condotta in modo eccessivamente sfacciato.
Così l’occupazione illegale della gru prosegue, accompagnata dalla solidarietà di alcuni, il fastidio di molti e l’indifferenza dei più.
10 novembre 2010
La storia della gru
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6 commenti:
Ciao Prof. l'ho letto tutto, e ne sono rimasta schifata. Vogliamo che queste persone ci rispettino, che rispettino le nostre tradizioni , le nostre leggi e quando sono pronte a fare un sacrificio in più per loro stessi e per sentirsi apposto con il paese che li ospita, sentendosi parte di una comunità .. noi che facciamo? Voltiamo loro le spalle con delle leggi vergognose che non tutelano ne loro ne i loro figli destinati ad essere additati come figli di immigrati. Sono per il rispetto delle leggi, per il rispetto di ogni religione, per il rispetto di qualsiasi valore umano... a partire dal colore della pelle... e sono una cittadina Italiana, che pretende la legalità, e il rispetto a chi vuole sentirsi parte del mio paese. La classe politica oltre a non rispettare questi figli del mondo e dell'italia non rispetta me avvalendosi di leggi vergognose che limitano la libertà altrui, il rispetto per se stessi. Sono profondamente vicina a questi miei connazionali e auguro loro di avere la giustizia che meritano.
Bravo ! condivido appieno le tue affermazioni
un caro saluto
Caro Prof. il tuo post sarebbe da far girare in tantissimi posti, blog..ecc. posso solo dirti che condivido pienamente il tuo schifo, in toto..ho anche commentato dalla tua cara Luigina, poi leggendo qui da te le emozioni sono fortissime, rabbia, indignazione, vergogna..credimi ci sono momenti in cui mi vergogno di essere italiana ...qui da noi c'è stato un caso atroce per una bambina data ai nonni e tolta loro dal tribunale dei minori (genitori a rischio), messa in co-mu-ni-tà..come se un posto simile avrebbe potuto dare di più a questa piccola creatura..Ci sono stati cortei e proteste e raccolta firme di tutto il quartiere e finalmente Sara è tornata con i nonni..quando leggo casi relativi ai piccoli ci sto doppiamente male..poi gli immigrati e tutto quello che hai spiegato così bene..
Buona serata.
Adesso che sono scesi solo la speranza che qualcosa cambi per tutti loro...Un caro saluto e grazie:-)
Riri, grazie per il commento… vado a risponderti sul blog…
"per colpa tua" mi è scappato di fare un nuovo post :-) ;-)
Sto leggendo Thoreau sulla disobbedienza civile. Illuminante.
Complimenti per il tuo blog
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